Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

“Gianni Schicchi” e “Le Rossignol” un dittico lirico che parla greco

Fonte: Sardegna Quotidiano
25 maggio 2012

IN SCENA

 

Una fiaba e una commedia: la Cina da sogno incantato evocata da Andersen e le scene di famiglia in un interno che Puccini ricava dalle terzine dantesche. Oggi al Teatro Lirico di Cagliari (inizio alle 20.30) il sipario si alza su uno strano, inusuale dittico: Le Rossignol di Stravinskij (rappresentato per la prima volta in Sardegna) e il Gianni Schicchi pucciniano. Due nuovi allestimenti della fondazione cagliaritana firmati dai greci Thomas Moschopoulos (regista) e Dionysis Fotopoulos (scenografo e costumista), entrambi al debutto sul palcoscenico di via Sant'Alenixedda insieme al maestro concertatore Maurizio Colasanti che guiderà coro e orchestra. Difficile trovare punti di contatto fra due lavori tanto diversi: «Forse il tema della morte, ma esorcizzato dall'ironia », spiega Moschopoulos che ambienta le cineserie stravinskiane sullo sfondo dell'epopea di Mao, tra le risaie e una Piazza Rossa invasa dalle biciclette; mentre le miserie morali degli aristocratici Donati, pronti a scannarsi per un'eredità e beffati dal parvenu borghese Giovanni Schicchi, sono trasposte dal Medioevo a uno spazio temporale primo-novecentesco che molto opportunamente richiama alla mente il teatro di Eduardo (e persino il farsesco puro di un Totò), laddove il colore dialettale napoletano lascia il posto ai toscanismi ricercati dal librettista Giovacchino Forzano. Di ottimo livello i due cast in scena per sei serate fino al 1 giugno: a dare voce all'usignolo che con il suo canto allontana la morte dal capezzale dell'imperatore cinese, sarà la rumena (ma tedesca per formazione ed esperienze musicali) Valentina Farcas, alla quale si affiancano Blagoj Nacoski (Il pescatore), Milena Storti (La cuoca), Maurizio Lo Piccolo (Il ciambellano), Arutjun Kotchinian (Il bonzo), Carmine Monaco ( L’Imperatore della Cina), Elena Zilio (La Morte), Oscar Piras (Primo messo giapponese), Alessandro Senes (Secondo messo giapponese), Mirko Secci (Terzo messo giapponese), i comprimari Anna Maria Fasolino, Paola Colaceci e Fiorenzo Tornincasa. Le luci sono di Lefteris Pavlopoulos; le coreografie di Christos Papadopoulos. Se Le Rossignol, rappresentata nella versione in francese (sottotitolata in italiano sul boccascena) è una novità assoluta, sono invece trent'anni che i melomani cagliaritani non assistono a un allestimento di Gianni Schicchi, atto unico conclusivo del “Trittico” puccinia - no: l'ultima volta fu all'auditorium del Conservatorio tra il 10 e il 16 gennaio 1982 con la direzione di Oliviero De Fabritiis e la regia di Giuseppe Giuliano. Nel ruolo del titolo c'era allora Giuseppe Taddei. Per questo nuovo allestimento il protagonista sarà invece un grande bassobaritono dei nostri tempi, Alfonso Antoniozzi, che torna al Lirico a un anno di distanza dalla doppia apparizione come regista di Traviata e interprete di Napoli Milionaria di Nino Rota. Lauretta è il soprano cagliaritano Elisabetta Scano, ormai avviata verso una luminosa carriera. In due recite (il 26 e il 31 maggio), Antoniozzi lascerà i panni di Schicchi all'algherese Domenico Balzani. Attorno al letto di morte di Buoso Donati, immobile comparsa, si agita la bieca avidità dei parenti, nobili decaduti costretti a lasciare il passo alla disprezzata “gente nova”, impersonata dai due Schicchi: Elena Zilio (Zita), Davide Giusti (Rinuccio, contrastato fidanzato di Lauretta, fautore del riconoscimento sociale della nuova classe borghese), Giampaolo Ledda (Gherardo), Anna Corvino (Nella), Mauro Farci (Gherardino), Maurizio Lo Piccolo (Betto di Signa), Arutjun Kotchinian (Simone), Carmine Monaco (Marco), Milena Storti (La Ciesca), ai quali fanno contrappunto Francesco Cardinale (il medico, Maestro Spinelloccio), Alessandro Frabotta (il notaio, Ser Amantio di Nicolao), i due testimoni Alessandro Perucca (il calzolaio Pinellino) e Alessandro Senes (il tintore Guccio). Come è ormai consuetudine, su tre grandi monitor installati nel foyer di platea saranno diffuse le immagini di una pellicola cinematografica ispirata a una delle opere in programma: la scelta è caduta su Le Rossignol, un film di Christian Chaudet realizzato nel 2005 con i cantanti che si muovono insieme ad animazioni in un ambiente 3D. Bruno Ghiglieri