Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

«Schiavazzi, bentornato a Cagliari»

Fonte: Sardegna Quotidiano
25 maggio 2012

 IL RESTAURO

 

Canta Piero” gli gridavano, salutandolo, gli amici mentre il piroscafo che lo avrebbe portato in Continente si allontanava dal porto di Cagliari. Piero Schiavazzi, tenore, eccellente interprete del repertorio melodrammatico verista nei primi vent’anni del ‘900, voce dai colori appassionati, personalità calda, stile irruente e aggressivo. Stava partendo per Pesaro, Liceo Musicale “Gioacchino Rossini”, diretto da Pietro Mascagni. Cagliaritano, stampacino, nato nel 1875 da padre di origine novarese e madre modenese, già avviato al lavoro di affrescatore e decoratore (studiò con Domenico Bruschi, che affrescò il salone delle feste del Palazzo Regio di città), le sue qualità vocali vennero notate da Giovanni Battista Dessy, fondatore e direttore della Scuola Municipale di Musica “Mario De Candia”, altro grande tenore sardo. Tanto evidente il suo talento che il sindaco Ottone Bacaredda gli assegnò una borsa di studio per affinare il canto sotto la guida di Mascagni, che lo considerava “tenore di grazia”. “Canta Piero”, gli chiedevano salutandolo gli amici. Lo ha raccontato il nipote Piero (anche lui, come il padre e come il figlio) Schiavazzi, giornalista, vaticanista, durante la presentazione in Cineteca sarda della serata evento di stasera, alle 21, all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari. Perché Schiavazzi ritorna nella sua città, che lo ha sempre amato riamata. E lo fa, paradossalmente, senza voce (la si può riascoltare in cd ristampato del ’95), in un film muto, “Il trionfo della vita”, 1922, di Antonio Gravina, recuperato tenacemente e restaurato dalla Cineteca sarda-Umanitaria. Il tenore, divo dell’opera, spirito libertino e tombeur de femmes, Rodolfo Valentino della lirica, con Mascagni, Leoncavallo, Puccini in repertorio (Silvano, La Bohème, Cavalleria rusticana, Manon Lescaut, Iris, Pagliacci, Tosca), diretto, fra gli altri, da Toscanini, poliedrico, frequentò anche il grande schermo, fu interprete di diverse pellicole, andate tutte perse, tranne quella che verrà proiettata stasera. Un evento sì, per riassaporare il gusto melò di quel cinema d’antan, serata che vede la collaborazione di Cineteca e Conservatorio, il patrocinio di Regione e Comune di Cagliari, tutti rappresentati ai massimi livelli. Anteprima assoluta a cui farà seguito anche una prima romana. «Sapevamo da tempo dell’esistenza del film “Il trionfo della vita», ha detto Antonello Zanda, direttore della Cineteca sarda. «Era in possesso di un collezionista romano, lo abbiamo recuperato, restaurato e ora, in occasione dell’aniversario della morte di Schiavazzi (25 maggio 1949) restituiamo al pubblico le sue uniche immagini in movimento ». Nella pellicola l’amore a lieto fine, dopo un po’ di peripezie, fra una giovane dattilografa e il padrone di una fabbrica. Il tenore cagliaritano, espressività e presenza scenica forti, recita nel ruolo del cattivo, l’antagoni - sta, che si innamora della donna e contrasterà la liaison fra il rivale e la ragazza. Il commento musicale, continuo, è affidato al pianoforte di Gabriella Artizzu, che ha definito la “sua” colonna sonora “improvvisazione contaminata”. Giuseppe Pilleri, conservatore della Cineteca sarda, è stato il segugio necessario per il recupero del film (l’ope - razione si è avvalsa anche della collaborazione del critico cinematografico Sergio Naitza). «La pellicola era in cattive condizioni, si stava deteriorando », ha raccontato Pilleri. «La segnalazione della sua esistenza risale a quindici anni fa, arrivò da Vittorio Martinelli, ricercatore e storico del cinema muto». Nel 2010 l’acquisizione («prima non avevamo la disponibilità finanziaria ») e adesso la Cineteca farà di tutto per far circolare il film. Rapporto stretto di collaborazione con il Conservatorio, sottolineato anche dal vicedirettore Aurora Cogliandro: un concorso per gli studenti del “Pierluigi da Palestrina” per realizzare la colonna sonora del film, da inserire nel dvd che l’anno prossimo uscirà con la rivista della Cineteca Filmpraxis. “Canta Piero”, e Schiavazzi ha cantato nella sua vita, eccome. Cagliari non lo ha mai dimenticato. «Certo che mai i suoi concittadini copriranno di oblio la sua tomba» (l’artista è sepolto nel cimitero monumentale di Bonaria). «E’ il testo del telegramma – lo ha ricordato il nipote –che mio padre inviò alle autorità municipali, quando nell’ottobre del ’49, alcuni mesi dopo la morte, la salma di mio nonno rientrò nella sua città natale». Gli amici lo salutarono come quando partì per la prima volta: “Can - ta Piero”. Massimiliano Messina