Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lo stop a Tuvixeddu? Un danno da 77 milioni

Fonte: La Nuova Sardegna
25 maggio 2012



Per il consulente del collegio arbitrale la Regione è «responsabile» per il 62% e se il lodo darà torto all’ente dovrebbe pagare al gruppo Cualbu 60 milioni

A LUGLIO LA DECISIONE SULL’IPOTESI DI RISARCIMENTO

ARBITRATO AL CAPOLINEA»LA RELAZIONE DI DELOITTE SRL




Ricevuta la consulenza, il collegio arbitrale si prepara ad accelerare i tempi della decisione: il 15 giugno i legali delle parti potranno depositare le memorie conclusive, il 20 luglio è la data stabilita per le repliche e il 24 luglio, appena quattro giorni dopo, gli avvocati dovranno discutere e presentare le loro richieste al collegio. Sarà l’ultima occasione di sostenere le proprie ragioni, perchè subito dopo gli arbitri avvieranno il lavoro destinato a produrre il lodo definitivo. Resta in ballo la posizione di Renato Soru e Gianvalerio Sanna, esclusi da questa fase del giudizio arbitrale: la loro posizione e quindi il diritto a parteciparvi sarà valutata nel merito dai giudici della Corte d’Appello civile di Roma a novembre del 2016. Nel frattempo il lodo sarà esecutivo ma appellabile su alcuni aspetti ai giudici togati. Difficile insomma che la questione si chiuda a luglio.
di Mauro Lissia wCAGLIARI I 1971 giorni di ritardo accumulati dal 2006 ad oggi nella realizzazione del progetto immobiliare di Tuvixeddu hanno provocato alla Nuova Iniziative Coimpresa un danno pari a 39 mila euro al giorno, in tutto 76,7 milioni calcolati al 18 maggio scorso nell’ipotesi che i lavori siano sospesi e che possano riprendere. Di questa cifra la Regione dovrebbe pagare al costruttore una buona parte, circa 60 milioni, se il collegio arbitrale stabilisse con un lodo definitivo che sono state le amministrazioni di Soru e Cappellacci a provocare e a mantenere il blocco degli interventi sul colle dei Punici, che una volta completati e offerti sul mercato nei tempi previsti - 36 mesi per le opere di urbanizzazione, 55 mesi per quelle edili - avrebbero garantito all’impresa un utile dopo le tasse tra i 113 e i 136 milioni a patto che ogni appartamento fosse stato venduto entro il 2020. A fare i conti è l’advisory Deloitte spa, il consulente tecnico d’ufficio nominato dal collegio arbitrale cui ha ricorso Coimpresa per ricostruire dettagliatamente la complessa vicenda amministrativo-giudiziaria nata attorno al progetto Tuvixeddu e accertare sulla base di parametri attendibili le conseguenze economiche subìte dal gruppo Cualbu per uno stop al progetto che, dopo la sentenza emessa dal Consiglio di Stato nell’aprile 2011, appare ormai definitivo. Nelle 447 pagine della relazione Deloitte parla di danno «in ipotesi» facendo riferimento alla possibilità che il collegio consideri la Regione responsabile dello stop in una percentuale che viene calcolata nel 62,5%. Questo perché il pool di periti capeggiato da Antonio Cattaneo sostiene che il blocco è dipeso «da una pluralità di fattori per lo più fortemente interdipendenti fra di loro e riconducibili a numerose cause e a diversi soggetti coinvolti». Il soggetto principale è la Regione, cui Deloitte attribuisce infatti la percentuale maggiore di «responsabilità» soprattutto nel periodo che va dal 9 agosto 2006 al 4 dicembre 2008. Nella fase due però, dal 2008 ad oggi, si affiancano all’amministrazione regionale il ministero dei Beni Culturali attraverso l’Avvocatura dello Stato e le associazioni culturali ed ecologiste. Una sorta di forza d’opposizione che alla fine vince i giudizi davanti al Consiglio di Stato e al Tar, fermando Nuova Iniziative Coimpresa e aprendo di fatto il contenzioso parallelo davanti agli arbitri. Nessuna ipotesi di responsabilità viene attribuita al comune di Cagliari, che ha sempre appoggiato anche in giudizio gli interessi del costruttore: sulle scelte dell’amministrazione Floris i consulenti passano a volo d’uccello, come se fossero ininfluenti sulla vicenda. E questo significa che se si dovesse arrivare a un lodo che preveda un risarcimento a favore del gruppo Cualbu, il Comune non dovrà sborsare un centesimo. Gli esperti di Deloitte precisano di non voler entrare negli aspetti giuridici della vicenda, quindi non spiegano come l’ipotesi di un risarcimento multimilionario come quello richiesto dai legali di Cualbu - e quantificato ora dal consulente - possa essere ritenuto compatibile con sentenze che comprovano la validità dei vincoli imposti dal Piano paesaggistico regionale e quindi la legittimità delle iniziative di contrasto avviate dalla Regione. Puntano però il dito sulla fase uno della «crociata» partita con il governo Soru (2006-2008) in cui una sequenza di azioni amministrative e legali in parte approssimative, segnate da annunci pubblici e anticipazioni nel sito della Regione e al Festarch, dimostrerebbero un orientamento pregiudiziale da parte del presidente. I giudici amministrativi però alla fine hanno dato ragione a Soru e all’ufficio legale della Regione e di questa certezza i tecnici di Deloitte danno atto puntualmente nella ricostruzione dei fatti. Dove si fa cenno anche ai tentativi di risoluzione bonaria della controversia, con le ipotesi di scambio di aree cui sarebbe stato aggiunto un conguaglio di 15 milioni. Così come viene ricostruita analiticamente la complessa vicenda dei rapporti tra Coimpresa e le banche, che di fronte agli stop imposti negli anni all’avanzata del progetto chiudono i rubinetti del credito mettendo in difficoltà l’impresa. Manca quasi del tutto nella relazione un riferimento al fronte penale della vicenda, che pure ha inciso profondamente sulla situazione attuale. Deloitte dà atto delle 1166 tombe scoperte dopo l’accordo di programma del 2000 e taciute dal sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni ma non si sofferma sui riscontri dell’inchiesta condotta dal pm Daniele Caria, che ha messo in luce intrecci d’affari, iniziative e rapporti impropri attorno all’affare Tuvixeddu. Ma nonostante la scelta di sorvolare in buona parte su questi aspetti non sembra trasparire nella consulenza alcuna volontà di orientare la decisione degli arbitri, che al contrario adesso hanno un quadro oggettivo della controversia. Deloitte ha dato una risposta a ciascuno dei sei quesiti posti dal collegio arbitrale composto dall'ex magistrato Gianni Olla, dal docente romano Nicolò Lipari dell'università la Sapienza e dal presidente emerito della Corte Costituzionale Franco Bilé. Nella lunga relazione è compresa una sterminata raccolta di servizi giornalistici, note di associazioni ecologiste, trascrizioni di dichiarazioni pubbliche e documenti utili - secondo Deloitte - a dimostrare la grande attenzione mediatica sul caso Tuvixeddu provocata dalle iniziative della giunta Soru ,dei Beni Culturali e della Procura. ©RIPRODUZIONE RISERVATA