Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Riuso, non spazzatura»

Fonte: L'Unione Sarda
24 maggio 2012

LA PROTESTA. Ricorso legale contro la tassa-rifiuti applicata dal Comune

In lista d'attesa per le Hogan dismesse dei bambini
«Noi ricicliamo, mica produciamo spazzatura». Ann Pinder è una signora inglese, pioniera a Cagliari. Dieci anni fa ha aperto il primo bazar di vestiti usati per bambini: ora con un'altra socia (Simona Rosas) ne gestisce un altro a San Benedetto. Uno dei cinque aperti negli ultimi anni specializzati in questo ramo collaterale ai grandi empori del riuso in offerta speciale.
«Mi raccomando, specificate che non siamo negozi: lavoriamo in conto-vendita». Sul bancone c'è il mandato, l'incarico da sottoscrivere quando il cliente dà in consegna un capo o un oggetto dismesso.
I guai col fisco sono arrivati per i bazar cagliaritani tempo fa quando il Comune ha imposto una tassa-rifiuti equiparata ai centri commerciali. Una stangata (i capannoni possono ingoiare 30 mila euro di Tarsu) che ha convinto i titolari a stringersi in associazione e a mettersi nelle mani di un legale. Il bazar «Seconda mano» di via Dolcetta ha già ottenuto ragione dalla commissione tributaria che gli ha ridotto la tariffa. Gli altri sono in attesa, sperano in una sentenza favorevole.
«Non ci possono tagliare le gambe in questo modo», precisa Ann. «Siamo un'attività in crescita che svolge anche una funzione sociale e aiuta chi ha figli». Evita di intasare i cassonetti (e i costi di smaltimento) e rimette in circolo oggetti e capi ancora validi, una volta puliti e disinfettati. Assicura soprattutto un risparmio ai genitori che possono vestire i loro piccoli con una spesa decisamente inferiore alle quotazioni del nuovo. «Sta prendendo piede questa abitudine, e ci siamo accorti che piace soprattutto nella fascia medio-alta delle famiglie», racconta Ann Pinder. «I genitori che appartengono a fasce più povere invece evitano il riuso dell'abbigliamento. Forse hanno vergogna».
Vanno a ruba, a quanto pare, i capi firmati: le magliettine di Armani e le scarpine Hogan. C'è perfino una lista di attesa: gli abitini con la griffe vengono prenotati e rivenduti nel giro di pochi minuti. Il riciclo non si ferma ai vestititi: interessa i giocattoli, i seggiolini, le culle, i passeggini, perfino «i tiralatte» diventati inutili dopo lo svezzamento. In poche parole tutto quanto non serve più quando il bambino cresce, viene rimesso in vendita.
Nel mercatino a San Benedetto sono almeno seicento i clienti che hanno firmato il mandato di vendita. Si arriva a quota tremila se si sommano a quelli censiti negli altri quattro bazar per piccoli.C'è sempre ressa di mamme. (a.m.)