Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Presidenti e sindaci: «Devono consultarci»

Fonte: La Nuova Sardegna
24 maggio 2012

Ganau: «Problema istituzionale». Deriu: «Il governatore ha mentito». Zedda: «Una follia politica»




di RobertoPetretto

ORISTANO Qualche distinguo, soprattutto sui bersagli da individuare, ma in fondo un accordo sostanziale: il Consiglio delle autonomie locali, riunito ieri mattina nell’aula consiliare della provincia di Oristano, ha lanciato un messaggio alla Regione e anche agli elettori, che si sono espressi a favore della soppressione delle Province. Un messaggio e tante accuse, soprattutto da parte del presidente della Provincia di Nuoro (e presidente dell’Unione province sarde) Roberto Deriu, e del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Secondo Deriu «Cappellacci ha mentito. Non ha soluzioni per evitare che il caos amministrativo del dopo referendum arrivi a paralizzare la Sardegna. Non ha la proposta di legge che ha assicurato di avere» mentre per Massimo Zedda l’operato del presidente della Regione «attiene alla follia politica». «Mi rivolgo soprattutto ai colleghi del centrodestra», ha detto il sindaco di Cagliari invitando gli altri amministratori a identificare con esattezza i responsabili della situazione di incertezza che si è venuta a creare. «Non li ho messi io i manifesti, non sono andato io in televisione a promuovere il referendum. C’è andato il presidente della Regione, che invece ha titolarità, potere e maggioranza per promuovere le leggi». Concetto ripreso da Tore Cherchi, dimissionario presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias, che, citando Gramsci, ha parlato di «sovversivismo dall’alto». «Abbiamo spiegato che utilizzare i referendum come piccone per demolire le regole dell’assetto istituzionale non avrebbe portato a una riforma, ma prodotto un effetto domino fino alla distruzione del sistema autonomistico sardo - ha detto ancora Roberto Deriu -. Abbiamo avvertito che l’abrogazione delle leggi che istituivano le nuove province avrebbe creato problemi anche alle vecchie, perché ora non abbiamo i confini stabiliti nel 2001 e conseguentemente non abbiamo criteri per determinare i confini delle province storiche, con l’immediata sospensione di tutte le attività amministrative di livello provinciale». Il presidente Cappellacci aveva garantito una soluzione immediata: «I fatti di questi giorni, l’assoluta mancanza di iniziativa legislativa da parte sua - ha accusato Deriu - indicano che Cappellacci ha detto il falso». Critiche anche dal presidente della Provincia di Oristano,Massimiliano De Seneen, sia sui referendum «che continuiamo a ritenere incostituzionali», sia sull’interpretazione del risultato: «Per i referendum abrogativi servirebbe la maggioranza del 50 per cento più uno. Non è possibile che una minoranza decida per tutti». De Seneen ha anche contestato la relazione finale dei quattro saggi che ipotizza un ritorno a tre Province: «Le quattro Province storiche sono istituite tutte con legge dello Stato e hanno dunque lo stesso peso». Rimane il dubbio di come si possa uscire dall’impasse come gli enti locali si debbano, in futuro, rapportare con la Regione: il Consiglio delle autonomie locali (Cal) chiede al Consiglio regionale di essere sentito preventivamente sulla legge transitoria che dovrà portare fuori la Sardegna da questa situazione. «Non possono chiamarci per dare un parere a posteriori - ha detto il presidente Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari -. Quello aperto dall’esito del voto è un problema istituzionale gravissimo che riguarda direttamente gli enti locali e il Cal non può rinunciare a interloquire con il Consiglio regionale prima che il provvedimento venga definito».