Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Palazzoni di Sant’Elia, tutto resta fermo

Fonte: La Nuova Sardegna
24 maggio 2012

Non è possibile utilizzare i 34 milioni disponibili per le abitazioni: troppa confusione sulla titolarità delle aree




di Roberto Paracchini wCAGLIARI A Sant’Elia è l’altra metà del cielo che ha preso l’iniziativa. E lunedì mattina si recheranno in delegazione dall’ex Lazzareto alla Regione: chiederanno che vengano sbloccati i lavori per il porticciolo, che si utilizzino i trentaquattro milioni disponibili per la riqualificazione abitativa per i palazzoni di Sant’Elia e che si intervenga sulle aree abbandonate del lungomare del borgo. «Perché non si accelera la procedura per spendere i soldi disponibili per il recupero dei palazzoni?», domanda Marisa Depau, consigliera comunale Sel. A suo tempo, nel marzo del 2008, era stato firmato un accordo di programma tra gli allora sindaco Emilio Floris e governatore della Sardegna Renato Soru che prevedeva diversi interventi per Cagliari. Tra questi, oltre al museo dell'arte nuragica e contemporanea Betile e il campus universitario, c'era l'intervento sui palazzoni. La firma sarebbe dovuta essere ratificata un mese dopo dal consiglio comunale, ma la sigla non c'è stata. Ora il progetto di massima per la prima trance di investimenti per il recupero abitativo dei palazzoni è in fase di realizzazione e dovrebbe essere pronto entro fine anno. Nelle casse di Area (ex Iacp), titolare dell'intervento di riqualificazione, ci sono circa 34 milioni. Adesso, dopo oltre quattro anni di attesa e secondo quanto affermato da Area, qualcosa si sta muovendo. La prima trance del progetto su cui sta lavorando l'ex Iacp si rifà alle ipotesi redatte dall'equipe dell'architetto Rem Koolhaas e riguarda gli interventi detti «infrastrutturali»: il recupero di tutto il «contorno» delle e alle abitazione. Il piano complessivo, secondo il progetto Koolhaas, preve un finanziamento di centottanta milioni di euro. Ma su come recuperare l'intera somma, Area non sa niente. Per il momento, infatti, i 34 milioni disponibili sono i primi e anche gli ultimi. «Ma l’importante è cominciare i lavori», sottolinea Andrea Scano, Pd, presidente della commissione consiliare comunale all’Urbanistica. Il problema centrale e preliminare al bando di queste prime opere, è però un altro e riguarda la proprietà delle aree, che non è stato ancora risolto. In pratica non si potrà bandire il bando per i lavori di questa prima trance se non si conosce esattamente la titolarità delle zone su cui intervenire (e questo prerequisito non c'è). «Da parte nostra - sottolinea Claudio Cugusi, Pd, responsabile della commissione al Bilancio - abbiamo promosso un’audizione coi responsabili di Area proprio per verificare la situazione. Ora la questione è all’esame dell’assessorato competente». E Comune e Area hanno aperto un tavolo tecnico per risolvere i problemi. «Ma si tratta di aree del demanio regionale ed è quest’ultima che deve intervenire», precisa Marisa Depau. Durante la realizzazione del progetto di massima, Rem Koolhaas aveva fatto fare anche un'inchiesta-confronto sui desideri degli abitanti. E questa aveva mostrato come vi fosse un'ampia contrarietà verso la rimozione completo dei palazzoni (ipotesi iniziale), mentre c'era una grossa richiesta di interventi legati ai servizi e agli spazi «in grado di creare socializzazione e di collegare il rione col resto della città». Da qui l'idea di un intervento di riqualificazione che tenesse conto dell'ambiente locale. Ma a tutt’oggi è ancora tutto fermo.