Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Cabine telefoniche colorate contro il degrado

Fonte: Sardegna Quotidiano
21 maggio 2012

Bastione

PIAZZA COSTITUZIONE La cabina decorata ai piedi della scalinata del Bastione

L’IDEA Opera di un collettivo che spiega: la nostra iniziativa serve per stimolare il dibattito sul recupero dei beni degradati

Ai piedi della scalinata del Bastione e nel Terrapieno: cabine telefoniche semiabbandonate che diventano opere di street-pop art. Colorate di viola e tinte sgargianti e decorate con cd e altri oggetti. È bastato che l’Urban Center, associazione attenta alle evoluzioni e i progetti della città, pubblicasse una foto sul profilo Facebook, per scatenare un vivace dibattito sulla bontà o meno dell’opera di quelli che fino a ieri erano rimasti degli anonimi autori dell’azione di “riarredo urbano”. O meglio: l’anonimato è rimasto, ma gli “artisti della strada” hanno voluto spiegare il senso della loro azione, che adesso è sotto gli occhi di tutti i cagliaritani che si trovano a passare in viale Regina Elena: «L’intento del nostro collettivo», scrivono gli autori dell’ori - ginale recupero delle cabine, «è proporre soluzioni in cui i rifiuti (siano essi una banale vhs o un palazzo abbandonato), possano avere una seconda opportunità. Il gesto di colorare una cabina telefonica è un modo per catalizzare l’attenzione verso un qualcosa che è in stato di degrado». E in effetti, nell’era degli smartphone, è sempre più raro ricorrere alla scheda Telecom. «Dato che le cabine non funzionanti, i palazzi abbandonati e quant ’altro non suscitano più allarmismo nel loro attuale stato di decadimento e trascuratezza (ormai non ci facciamo più nemmeno caso quando ci passiamo accanto)», continuano gli esponenti del collettivo, «allora noi cerchiamo di “valorizzarli ” a modo nostro, affinchè chiunque, dal cagliaritano medio al turista in vacanza, provino a riflettere tanto sull’impor - tanza del riuso e del contenimento degli sprechi, quanto sul potere de colore nelle città grigie. In conclusione ci preme sottolineare che non vogliamo dare lezioni di arte a nessuno ma sensibilizzare la città affinchè ci sia un dibattito sugli spazi in abbandono».