Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il no deciso all'omofobia

Fonte: L'Unione Sarda
21 maggio 2012

Anche il sindaco Massimo Zedda sfila per sostenere i diritti dei gay

Oltre mille persone alla fiaccolata dell'Arc

Mille fiaccole colorate ma un'unica voce che si è alzata per dire basta a odio e violenza. Il corteo notturno lungo le vie della città, organizzato sabato sera dall'associazione culturale Arc in memoria delle vittime dell'omofobia, ha trovato all'ultimo momento un motivo in più per scendere in piazza: la bomba che ha ucciso una giovane studentessa di Brindisi ha sconvolto l'Italia e gli organizzatori della fiaccolata non hanno potuto rimanere indifferenti davanti a una tragedia simile. «Inizialmente avevamo l'intenzione di annullare la manifestazione per rispettare le vittime - spiega Carlo Cotza, portavoce dell'Arc - poi abbiamo pensato che l'attentato e le violenze che tutti i giorni uomini e donne di tutto il mondo devono subire a causa della loro sessualità hanno un minimo comune denominatore: l'odio e la prepotenza».
IL SINDACO E così un migliaio di persone si è dato appuntamento in piazza Palazzo. Tra i partecipanti anche Massimo Zedda. Il Comune ha dato il patrocinio gratuito e ha voluto appoggiare, con la presenza di molti assessori e consiglieri, lo spirito della fiaccolata. «Dobbiamo respingere ogni pregiudizio - ha detto il sindaco in un breve discorso che ha preceduto la partenza del corteo -, bisogna capire che concedere più diritti a gay e lesbiche non significa limitare la libertà di altre persone. Ogni giorno dobbiamo lavorare perché non debbano più servire manifestazioni contro l'omofobia».
IL CORTEO La processione, partita alle 21, ha percorso lentamente le vie di Castello per concludersi in piazza Santo Sepolcro. Un tragitto caratterizzato da sette soste, durante le quali hanno trovato spazio letture e interventi. Testimonianze di un odio verso il diverso che ha fatto migliaia di vittime. «Per noi il successo più grande - dice ancora Cotza - è aver visto tante persone eterosessuali sfilare con noi contro tutte le discriminazioni».
LE POLEMICHE Ma c'è anche chi lamenta la poca apertura degli organizzatori. «Noi non siamo stati invitati - afferma Anselmo Piras, consigliere comunale del Pdl e membro della commissione Politiche sociali - mi spiace, perché non mi sembra vantaggioso manifestare sempre all'interno di una cerchia chiusa. Così non si fa altro che aumentare le distanze e non si crea niente di positivo».
La fiaccolata di sabato è stata il terzo appuntamento della “Queeresima”: quaranta giorni di proiezioni, dibattiti e incontri per affermare l'orgoglio omosessuale. Il gran finale è previsto per il 30 giugno con il primo gay pride della Sardegna, sul lungomare del Poetto.
Luca Mascia