Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Qualità artistica altalenantee la comunità paga caro per rimediare agli orrori

Fonte: L'Unione Sarda
16 maggio 2012

OPINIONI. Amministratori e writers 

Vedi la foto Spesso non è facile individuare il confine tra arte di strada e vandalismo. Il graffitismo nasce, infatti, come manifestazione sociale e culturale, ancor prima che artistica, attraverso cui giovani writer esprimono la propria creatività utilizzando come supporto il tessuto urbano. Pur avendo sempre apprezzato gli interventi artistici orientati a ravvivare e riqualificare angoli degradati della città, provo un gran dispiacere nel constatare ogni giorno l'aumento di graffiti di dubbia qualità artistica su muri e monumenti cittadini. Passeggiando per le strade, nonostante i numerosi interventi di pulizia messi in atto dal Comune, è ormai molto difficile trovare un luogo che si sia salvato dall'azione devastatrice e conservi il suo originario decoro.
Mi sono spesso interrogata su come si possa intervenire per mettere un freno a questo fenomeno, ma non so ancora quali strategie possano essere risolutive. Il maestro Sciola racconta di averla avuta vinta sui vandali andando a cancellare ogni volta gli sfregi che deturpavano i murales voluti dalla comunità di San Sperate. La realtà cagliaritana è molto diversa: i writer agiscono contemporaneamente su tanti fronti, lontani da un controllo sociale analogo a quello della comunità sansperatina; e non si limitano a imbrattare muri comuni, ma si spingono oltre il senso di civiltà, intaccando beni appartenenti alla collettività. Se per gli interventi sulle architetture civili può essere sufficiente della calce e della vernice, non si può fare altrettanto per risanare le bianche pietre cittadine per le quali, oltre a procedure dispendiose, i tempi sono dilatati dalle procedure di autorizzazione. Ciò su cui occorre riflettere non è solo l'aspetto estetico, ma anche gli alti costi per l'amministrazione e, dunque, per la collettività tutta.
Una soluzione che in tanti suggeriscono potrebbe essere quella di aumentare i controlli. L'installazione di telecamere è a mio avviso dispendiosa e inutile, visto che spesso i ragazzi agiscono incappucciati e non è possibile riconoscerli. Un maggiore presidio delle forze dell'ordine potrebbe essere un deterrente, così come punizioni quali l'obbligo di ripulire le scritte. Un intervento che ritengo, però, più utile e interessante è la realizzazione di un laboratorio urbano, attraverso l'individuazione di luoghi deputati all'arte di strada e la realizzazione di progetti partecipati. Ma potrebbe trattarsi di una strategia risolutiva nel momento in cui chi agisce lo fa per avere visibilità e, soprattutto, come forma di sovversione?
Francesca Ghirra
(Presidente Comm. cultura)