Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

«Cagliari ha troppe barriere»

Fonte: Sardegna Quotidiano
14 maggio 2012

L’appello

 

 ROBERTO PILI

DISABILI Raffaele Campus, centralinista di Is Mirrionis, svela i problemi della città affrontati da un non vedente

Dai marciapiedi ai semafori, dai luoghi di svago agli uffici, passando per l’inciviltà di troppi cittadini: Cagliari non è una città a misura di non vedenti. «Non lo è ancora», conferma Raffaele Campus, 53 anni, centralinista che vive a Is Mirrionis e tutti i giorni, da quando a dieci anni ha perso la vista in un incidente, fa i conti con problemi che la maggior parte delle persone ignora. «Ad esempio non poter leggere i bugiardini delle medicine ed essere costretti a chiedere ogni volta aiuto a qualcuno, oppure non riuscire a riconoscere le banconote e le monete senza riferimenti in braille, e non poter acquistare nulla da solo». Le difficoltà della vita di tutti i giorni di chi non vede, e quindi delle loro famiglie e degli accompagnatori, a Cagliari si amplificano appena si varca il portone di casa. «Is Mirrionis in particolare, come zona è impossibile per un cieco - dice Campus - e in generale la città è nel medioevo rispetto ad altre realtà europee ». I marciapiedi sconnessi e privi di segnali in risalto diventano ostacoli insormontabili senza qualcuno che presti il braccio. «Le pianelle rialzate o le radici che spuntano in superficie sono molto pericolose, inoltre ormai i cicalini dei semafori non funzionano più: muoversi da soli non è possibile», spiega Campus che sottolinea: «Purtroppo è un problema che colpisce anche il centro storico, non solo i quartieri secondari o la periferia. Cagliari è disseminata di barriere architettoniche che impediscono la mobilità, non solo ai non vedenti ma a tutti i disabili ». Ma i gradini e le buche non sono l’unico ostacolo. L’INCIVILTÀ DEI CITTADINI «C’è troppa inciviltà: automobilisti che occupano i parcheggi per disabili senza averne titolo, o non si fermano davanti ad un bastone bianco, ma anche padroni di cani che non raccolgono gli escrementi, un ostacolo per noi difficile da rilevare». Anche i locali commerciali, spesso, non sono pensati per le esigenze di chi è disabile: «A volte basterebbe uno scivolo per rendere accessibile un negozio», dice Campus. Anche gli uffici pubblici del capoluogo, non sono tutti in regola: «Molte strutture in tutta la città ancora non hanno il braille negli ascensori o presentano barriere architettoniche »; dice. Sul sito del Comune sono pubblicizzati diversi servizi per i disabili, tra cui “Amicobus “, il mezzo pubblico a chiamata gestito da Ctm, oltre al percorso per non vedenti alla galleria d’Arte e alle postazioni informatiche alla Mediateca di via Mameli. Ma, specie nelle aree pubbliche della città, resta ancora molto da fare. «A Monte Claro, ad esempio, mancano strutture apposite. Si è parlato spesso di sintesi vocale di aprire i musei o di rendere completamente fruibile il Poetto, ma ancora, rispetto all’E u ropa, siamo nel terzo mondo». Al sindaco Campus chiede maggiore attenzione e più servizi. «Vorrei esortare Zedda a lavorare anche per le persone che ne hanno più bisogno, anche perché per risolvere molti di questi problemi basterebbe poco». Michele Salis