Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Disarmati contro i writers

Fonte: L'Unione Sarda
11 maggio 2012

MONUMENTI A PEZZI. I rimedi: chiusura dei monumenti e videosorveglianza

Le forze dell'ordine: è necessario l'aiuto dei cittadini

Un rimedio al dilagare di tag , graffiti e murales illegali in palazzi e monumenti ci sarebbe: le segnalazioni delle incursioni dei writers alle forze dell'ordine. I dati forniti da Polizia municipale, Questura e Carabinieri sono sconfortanti: se si sommano tutte le denunce, si arriva a mala pena a dieci in un anno.
LE DENUNCE «Dov'è che il fenomeno è meno presente? Dove c'è un controllo sociale più forte», spiegano al comando della Municipale, «aspettarsi che il vigile o il poliziotto possa controllare tutto è utopico». Un'attenzione collettiva che sembra mancare, almeno andando a guardare il numero di denunce. «Uno o due casi l'anno», rileva la Polizia municipale; «quattro o cinque», afferma Gianfranco Murgia, dirigente della Squadra volante, che sottolinea come «nella maggior parte dei casi si tratta di minorenni», dunque non imputabili; nessun caso nell'ultimo anno segnalato ai carabinieri, «le ultime querele risalgono a un paio d'anni fa», ricorda il colonnello Franco Amabile, comandante provinciale del Reparto operativo.
LE PENE Le pene in cui incorrono i graffitari non sono certo lievi. La loro entità dipende se il magistrato applica il reato di danneggiamento (articolo 635 del codice penale), o di deturpamento (articolo 639). Il primo prevede la reclusione da sei mesi a tre anni, se il danno riguarda gli edifici pubblici, e reclusione da fino a un anno e contravvenzione fino a 309 euro per gli edifici privati. In quest'ultimo caso è necessaria la querela di parte, negli altri casi si procede d'ufficio. Più lieve le pene nel secondo caso: reclusione da uno a sei mesi e multa da 300 a mille euro se la scritta è commessa su beni pubblici; reclusione da tre mesi a un anno e multa da mille a tremila euro se la scritta è commessa su beni storici o artistici. Mentre se gli edifici son privati, anche in questo caso il procedimento si attiva per querela di parte e si rischia solo una multa di 103 euro.
I RIMEDI Le pene da sole non intimoriscono nessuno, «perché è difficile individuare i colpevoli, e i cittadini lo sanno», ricorda Murgia. Per rendersene conto basta fare una passeggiata ai bastioni di Castello. Tra le ipotesi per contrastare il fenomeno, per lo meno nella terrazza Umberto I, c'è la chiusura al pubblico. Dal comando della Municipale avvertono: «Oltre a sottrarre lo spazio ai cittadini, se non c'è un custode che controlla può essere usurpata facilmente». Allora meglio le telecamere. Gli impianti che il Comune usa per il controllo della viabilità potrebbero essere utilizzate anche per sorvegliare le zone a rischio. Secondo la Polizia municipale si potrebbe anche coinvolgere associazioni di anziani, come avviene per il controllo dei parchi urbani.
In ogni caso sarebbe come curare il sintomo e non la patologia: la mancanza di rispetto verso i beni altrui.
Mario Gottardi