Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Misure per arginare la crisi: lavoro in cambio del sussidio

Fonte: La Nuova Sardegna
11 maggio 2012

COMUNE&disagio


FABRIZIO RODIN In questo modo diamo un contributo alla collettività e aiutiamo i più indigenti a recuperare dignità e responsabilizzarsi

CAGLIARI I consumi stanno diminuendo, la disoccupazione aumenta e i costi salgono. Le famiglie che non arrivano a fine mese sono sempre di più. I telefoni degli uffici dei servizi sociali del Comune squillano in continuazione. Nello stesso tempo l’amministrazione ha fatto i salti mortali per non tagliare i fondi destinati alle Politiche sociali. «Ma le situazioni di disagio aumentano a vista d’occhio», commenta Fabrizio Rodin, Pd e presidente della commissione consiliare comunale alle Politiche sociali. Solo per fare un esempio: il tasso di inattività dei giovani, che vanno dai 15 ai 24 anni, è nella provincia di Cagliari del 70 per cento, quello di disoccupazione di quasi il 44. Poi ci sono tutte quelle persone - e aumentano di giorno in giorno - che hanno perso il lavoro e non riescono a trovarne un altro, oppure che vivono con una pensione minima (che non raggiunge i cinquecento euro mensili) e quelli che un lavoro non riescono ad averlo se non “lavoretti” saltuari e mal pagati, ai margini del precariato. In questa situazione lo stipendio di una famiglia non basta più e spesso svanisce dopo le prime settimane, certamente prima della fine del mese (per chi ha la fortuna di avere un lavoro). Ed è con questo quadro che le politiche sociali del Comune devono fare i conti. «La disoccupazione e il vivere in una atmosfera di precarietà continua ha effetti gravi verso le persone, che si sentono sempre più in una situazione di degrado», spiega Rodin. Da qui la necessità di «dare risposte a chi chiede aiuto, ma di farlo in modo propositivo, non di mera assistenza. L’obiettivo deve essere non solo aiutare nel momento di massima esigenza chi non riesce ad avere il minimo per vivere, ma anche e soprattutto quello di stimolare a rimettersi in modo, a ridiventare responsabili». Come dire: aiutare a riacquistare fiducia in se stessi e a rimettersi in gioco. Da qui, dopo uno «sforzo per evitare gli sprechi, vi sarà il recupero di un’esperienza già fatta da tempo, ma importante, della banca ore». In pratica: alle persone che chiedono al Comune un sussidio, «dopo la verifica sul reale stato di indigenza dei richiedenti - continua Rodin - sarà dato, sì, l’aiuto ma in cambio di un certo numero di ore di lavoro, a seconda delle mansioni e capacità del richiedente. In questo modo puntiamo a responsabilizzare le persone attraverso il lavoro. E otteniamo interventi per la collettività». In parallelo a questo tipo di intervento, che dovrebbe iniziare in autunno («prima in via sperimentale e poi diventare la regola»), l’amministrazione sta anche studiando la possibilità di assegnare il sussidio con dei “vaucher”, dei buoni che possano essere spesi per beni di prima necessità». L’altro grande problema è quello degli anziani, visto anche Cagliari ha uno degli indici di vecchiaia più alto d’Italia (il rapporto tra persone con meno di 15 anni e coloro che ne hanno più di 65, fortemente sbilanciato a favore di questi ultimi. «Gli anziani sono una risorsa - sottolinea Rodin - ed è per questo che l’amministrazione punta a valorizzare le competenze e i saperi delle persone della terza età». (r.p.)