Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Muralismo o vandalismo? Fille Bertha: «Non generalizzate»

Fonte: L'Unione Sarda
9 maggio 2012


La città invasa di scrittine quelle da «bimbominchia con lo spray», come li bollano con disprezzo, ma anche da realizzazioni più complesse e degne. La Fille Bertha, 27 anni, è una delle poche ragazze sulla scena cittadina del muralismo. Realizza opere multicolori, a lei il compito di spiegare dalla parte di chi è sotto accusa i limiti e le distinzioni fra chi agisce con l'intento di abbellire e chi di sfregiare.
Esistono luoghi tabù o vale tutto?
«Per me esistono dei luoghi che posso anche definire tabù, assolutamente impropri, belli nel loro esser stati progettati e realizzati così come sono o comunque inadatti, per loro natura, a interventi di altro tipo che ne modifichino l'aspetto originario».
Ma fra di voi è giungla o ci sono regole?
«Per quanto mi riguarda esistono delle regole , regole che rispecchiano la mia morale e il mio senso estetico. Credo che quel Voi comprenda una moltitudine di individui, ognuno con il proprio punto di vista, il proprio gusto, la propria morale. In ragione di questo è per me impossibile dire se per questa moltitudine di persone esistano o meno delle regole e quindi se queste possano essere in qualche modo comuni . A giudicare da quello che posso vedere per le strade e dalla varietà di segni e di espressioni così differenti, deduco che le regole esistano per alcuni e per altri no, e che, comunque, varino in modo abissale da persona a persona e non siano definibili univocamente né passibili di essere raggruppate in modo molto semplice. In sostanza, quelle che stiamo ora chiamando regole variano al mutare dell'attore coinvolto nell'atto stesso. Attore che manifesta, attraverso ciò che decide di imprimere, se stesso e il proprio mondo, e quindi il proprio gusto personale e in un certo senso anche la propria morale».
Cosa è Street Art e cosa non lo è?
«Forse ciò che demarca e segna i confini tra Street Art e segni di altro tipo può essere la consapevolezza e la volontà del soggetto in questione di fare in qualche modo arte o di voler veicolare un messaggio o un segno con un determinato valore estetico. Valore estetico che comunque rimane sempre soggettivo e quindi discutibile, come ogni espressione dell'essere umano».
Francesco Abate