Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Cagliari fa rotta su Quartu

Fonte: La Nuova Sardegna
9 maggio 2012

Sette giorni, poi il Comune si esprimerà e Cellino potrà avere il suo «nuovo» stadio 
 
 
 
 
di Mario Frongia

CAGLIARI Uno smacco avvilente. L'ultima gara casalinga dei rossoblù a mille chilometri da Cagliari è stata e rimane una beffa, faticosa e frustrante. I flash. I flash sulla Juventus e sui suoi tifosi in festa per lo scudetto - con danni per 50.000 euro al "Nereo Rocco" - hanno fatto il giro del mondo. Sportivo e no. Peccato mettessero in vetrina Trieste e non il Sant'Elia e la sua città. Il capoluogo sardo è scomparso da tv e giornali. Il club, gli amministratori e l'eterogenea platea che mette becco sul trasloco di Cossu e soci e sul braccio di ferro Cellino-Zedda, se ne facciano una ragione: la sconfitta è enorme e senza vincitori. Slittamenti. Intanto, a Quartu prendono tempo: è slittata di una settimana la delibera del Consiglio sulla convenzione che porterebbe fino al torneo 2014/15 i rossoblù a Is Arenas. Un campanello pericoloso: giocare lontano dai propri tifosi è una iattura. Se i tempi di restyling dell'area sportiva quartese si allungano, il Cagliari rischia di mettere in palio troppi punti lontano da casa. Il tema rimane scivoloso: col comune che continua i lavori al Sant'Elia, la Commissione di vigilanza che a giorni potrebbe dare l'agibilità, i tifosi avviliti e i politici che marcano il territorio senza costrutto. Storia assurda. Il Sant'Elia e una storia assurda. Potrebbe arrivare a breve l'ok della Commissione vigilanza. Al Sant'Elia i lavori di messa in sicurezza dei Distinti (in curva Sud va rimosso il tabellone luminoso) sono andati avanti. Un'operazione da 200 mila euro. Con esponenti di maggioranza e opposizione (Tocco e Dore, tra questi) che si chiedono il perché dell'esodo del Cagliari, quale sia il senso di questa spesa se Cellino porterà la squadra altrove, in quale altro continente si abbandonano i propri tifosi mettendo a rischio la regolarità del campionato per sei giornate e nella fase finale con in ballo scudetto, salvezza, corsa coppe europee. Il Comune. Nel contenzioso tra Cagliari e comune, il punto di non ritorno è nitido: "Con Zedda ci eravamo stretti la mano per far valutare la questione da un arbitro: se il Cagliari deve qualcosa, paga. Se siamo a credito, non voglio un euro. Invece - dice Massimo Cellino - mentre ci accordavamo i suoi legali stavano procedendo col pignoramento dei nostri diritti tv. Ora, abbiamo incaricato due nostri consiglieri di trattare col Comune: non li hanno ancora ricevuti". Da via Roma replicano: "I Distinti erano pronti da tempo, la partita con la Juventus si sarebbe potuta giocare tranquillamente in città. Faremo in modo che per la nuova stagione tutto il Sant'Elia sia agibile. E stiamo mettendo a posto le curve". Idea Quartu. "Ovunque si è parlato di Juve-Cagliari a Trieste: pessimo. Il presidente Cellino sappia che per noi è stata una presa in giro. A Quartu? Vedremo. Ma nulla potrà ridarci quel che è successo quest'anno" dice Tore Saba, coordinamento Cagliari club. Intanto, mentre è slittata al 4 giugno la seduta di conciliazione tra gli abbonati della class action e il Cagliari, dal municipio quartese arriva uno stop: maggioranza e opposizione vogliono approfondire l'affidamento dello stadio di Is Arenas al Cagliari. Dopo l'ok dalla giunta di Mauro Contini e la discussione in Consiglio, le commissioni hanno voluto una settimana per capirne di più sull'impatto della struttura da dare ai rossoblù per il prossimo triennio. Occhi puntati su viabilità, ambiente e funzionalità della futura cittadella quartese dello sport. Di questi tempi, con una partita che muove circa 9 milioni di euro (fondi regionali e altri), è meglio andarci cauti.