Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Contributi in ritardo, è rivolta

Fonte: L'Unione Sarda
9 maggio 2012

Dal Comune arrivano rassicurazioni: a breve almeno la quota di marzo sarà pagata

Servizi sociali invasi da un gruppo di persone bisognose

Il Comune non paga da mesi i contributi ai cittadini bisognosi, scoppia la rivolta negli uffici dell'assessorato alle Politiche sociali, in via Sonnino.
È successo ieri mattina, quando un gruppo di persone in difficoltà economiche ha scoperto che ancora non erano pronti i soldi che ogni mese dovrebbero ricevere come aiuto per mantenere le proprie famiglie. Una situazione insostenibile, che ha fatto scoppiare una vera e propria contestazione prima nel Municipio di via Roma, e poi negli uffici dell'amministrazione di via Sonnino.
LA VICENDA Alcune persone si recano nella filiale del Banco di Sardegna, all'interno del palazzo comunale di via Roma, convinte di poter ritirare il contributo mensile, dopo che per due mesi tutto era rimasto inspiegabilmente bloccato. E invece dall'ufficio dell'istituto di credito gli impiegati annunciano che i soldi non ci sono, e di recarsi alla ragioneria per avere chiarimenti. Là arriva la mazzata: dei soldi al momento neanche l'ombra.
VIA SONNINO Le stesse persone in attesa del sussidio, a quel punto, vanno all'assessorato alle Politiche Sociali, in via Sonnino, ed è là che perdono la pazienza. Dagli uffici comunali provano a calmarli, ma non c'è niente da fare. D'altronde quando si rischia di non avere i soldi per dare da mangiare ai propri figli, ragionare in modo tranquillo è impossibile. Alla fine, dopo numerose proteste, ai beneficiari degli aiuti economici viene promesso che a breve almeno i sussidi di marzo verranno pagati. Forse già domani.
LE TESTIMONIANZE Daniela, residente in una casa popolare del Cep, ha tre figli (due minorenni e l'altro senza lavoro) e un marito disoccupato che non riesce a trovare niente di stabile: «E in più, siccome non ho i soldi per pagare l'affitto mensile, mi vogliono cacciare dalla casa comunale. Loro non mi danno i soldi che mi consentirebbero di onorare l'affitto, però pretendono che paghi». Paradossale. «E poi sono in ritardo con le bollette, non so più come fare. O mi danno i contributi oppure mi devono far lavorare».
Anche Nicoletta ha tre figli: «Ricevo duecento euro ogni mese, che in realtà sono pochi e non mi bastano, ma mi danno comunque una grossa mano. Ma se per mesi non ricevo nulla, come faccio a vivere, a dar da mangiare ai miei figli e farli studiare come hanno diritto di fare?».
SPRECHI In un periodo di crisi economica, in cui non c'è lavoro, alla gente dà fastidio sentire parlare di argomenti di non vitale importanza: «Vorrei sapere dove sono finiti i soldi di Celentano - protesta un'altra signora, senza sapere che qualche ora dopo il sindaco Massimo Zedda farà sapere che le risorse del suo cachet di Sanremo non sono andate in realtà a famiglie, ma a potenziare il servizio civico che si occupa dei poveri - e poi sento parlare sempre di soldi spesi per ristrutturare il vecchio stadio, oppure di realizzarne uno completamente nuovo. Ma ai cittadini che non hanno un lavoro e lottano contro la fame ogni giorno, chi ci pensa?»
DIFFICOLTÀ È da qualche mese che c'è questa situazione - protesta Maria, madre di un ragazzo di 25 anni, che non lavora - prima non esisteva una data fissa in cui davano i soldi, ma entro il mese li avevamo sempre. In questo modo non si può andare avanti».
Piercarlo Cicero