Rassegna Stampa

Metro Cagliari

I consiglieri sardi a zero stipendio Ed è caos per le Province cancellate

Fonte: Metro Cagliari
9 maggio 2012

 

L'assemblea al lavoro per fissare nuove indennità

E sono tutti da ricollocare i dipendenti provinciali

Mettiamola così: a voler rispettare la volontà dei sardi, gli 80 consiglieri regionali sardi non hanno più diritto alle indennità e d’ora in poi dovrebbero lavorare a zero euro. Uno dei quesiti del referendum anti-casta ha infatti cancellato l'articolo della legge regionale del 1966 che la quantificava fissandone il limite all’80% di quella dei parlamentari.

Ma nel palazzo di via Roma c'è già grande movimento per approvare in tempi record una legge che ristabilisca le indennità: certo i consiglieri si muovono su un terreno minato, perché non possono permettersi passi falsi dopo l'esito così netto del voto. Inevitabilmente, quindi, i parametri non potranno più essere gli stessi, a meno di non violare palesemente la chiara volontà del 35,5% di elettori che domenica è andato a votare.

 

Poi c’è la questione Province: le quattro nuove (Olbia-Tempio, Ogliastra, Carbonia-Iglesias, Medio Campidani) istituite nel 2001 ma operative dal 2005) devono essere smantellate in tempi brevi, aprendo così un vuoto legislativo che investira' anche il personale sulle cui sorti deciderà il Consiglio regionale, così come sulle funzioni, ripartendole fra Regione e Comuni. Vi saranno poi da risolvere i problemi  di appalti e interventi di vario tipo non completati.

 

Le reazioni sono diverse: il presidente del Sulcis-Iglesiente Tore Cherchi (Pd), si e' gia' dimesso, quello del Medio Campidano prende tempo, mentre altri ancora, come in Gallura, parlano di «colpo all'indipendenza del territorio» e non sembrano, al momento, voler lasciare. Secondo indiscrezioni, in Consiglio si sta preparando una mozione di sfiducia contro Cappellacci che potrebbe provocare la fine anticipata della legislatura: in tanti hanno visto nel risultato del referendum una bocciatura del Consiglio. Per di piu' il rischio di non ricevere piu' l'indennita' potrebbe essere considerato come un incentivo ad andare a nuove elezioni.

 


(Sara Panarelli)