Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Aeroporto e porto, destini incrociati ma a Cagliari il turismo non decolla

Fonte: Sardegna Quotidiano
7 maggio 2012

INFRASTRUTTURE E AFFARI

 

Distinti incrociati per l’aeroporto di Elmas e il porto di Cagliari. Ieri, a margine di una decima “Giornata dell’economia” incentrata sul futuro della Zona franca del porto, il presidente della Camera di Commercio Giancarlo Deidda, ha confermato di essere pronto a investire nella “Cagliari free zone”, la società di gestione della Zona franca, nata nel febbraio del 2000 e attiva dal 2001. E i fondi necessari, ha spiegato, arriveranno dalla gara in corso per la dismissione di parte delle quote della Sogaer, società che gestisce l’aero - porto, controllata dalla Camera. A introdurre il tema della gestione della “Free zone” è stato Piergiorgio Massidda, presidente dell’autorità portuale e della “Cagliari free zone” spa. «Non è possibile pensare alla gestione della Zona franca escludendo un contributo attivo della Camera di commercio», ha detto Massidda, «Le sentenze del tribunale amministrativo sui terreni del porto e le leggi approvate nel recente passato sulla gestione pubblica di quote di società», ha specificato il numero uno dell’au - torithy, «ci impongono una riorganizzazione della gestione della “Free zone “, in questo momento in mano all’Autorità portuale e al Cacip. Vorrei che la Camera di commercio entrasse in “Cagliari free zone” con una quota significativa». Un invito accolto con favore da Deidda, che durante il suo intervento ha parlato della Zona franca come di «un’occasione da non perdere». Con l’istituzione del Punto di ispezione frontaliero, che sarà attivo da dicembre, e grazie agli accordi internazionali da stringere per attirare i traffici, la Zona franca è in grado di creare da sola posti di lavoro. Ma non solo, come insegnano le esperienze di Barcellona e di Port Said, in Egitto, illustrate durante la mattinata di lavori da Iolanda Conte, ricercatrice dell’UnionTrasporti e da Alaa Ezz, rappresentante della Zona franca di Port Said, la buona gestione di un’area libera da dazi per l’interscambio e la parziale trasformazione delle merci può portare ad una crescita dell’intero territorio. “La Zona franca deve essere un prestesto, un’occa - sione per creare opportunità di sviluppo », ha spiegato Cristiano Erriu, direttore del Centro servizi promozionali per le imprese, «L’obiettivo » , dice Erriu, «deve essere quello di creare un “cluster “, un aggregato fatto di imprese, università e istituzioni in grado di fornire servizi di alto livello e operare a livello globale. E tutto ciò va fatto collaborando con le altre realtà portuali, che vanno viste non come avversari ma come partner». Se la crisi, come è stato ripetuto più volte durante la mattinata di ieri, rimane l’occasione migliore per tentare di costruire il futuro, nel breve termine rimane da affrontare una situazione di grande difficoltà per l’eco - nomia sarda. Secondo i dati dell’isti - tuto “Tagliacarne ” diffusi dalla Camera di commercio, nel 2012 il Pil sardo è destinato a calare dell’1,9 per cento. «Per la ripresa dobbiamo attendere che riparta l’Europa e spingere le nostre piccole imprese a consorziarsi », sostiene Deidda, che precisa: «I dati ci dicono che non siamo nel “profondo Sud” e la raccolta bancaria è in crescita». In provincia di Cagliari, c’è stato un aumento del 3,3 per cento dei depositi negli istituti di credito, ma il sistema produttivo dovrà fare i conti con una dotazione infrastrutturale inferiore alla media nazionale ed esportazioni, composte per il 90,5 per cento dai prodotti petroliferi, che si concentrano per circa un terzo sulla Spagna, paese oggi in forte crisi. Preoccupa, in particolare, il settore del turismo che, no- nostante abbia prodotto valore aggiunto per 417 milioni di euro ha subito una diminuzione dell’1,5 per cento sulle presenze, vero indicatore della salute del comparto, nonostante un aumento dello 0,2 degli arrivi. Ciò si spiega con il calo del numero di pernottamenti medio, ovvero con la decisione dei visitatori di rimanere meno giornate sul territorio con tutto ciò che ne consegue per l’econo - mia della provincia. A pesare in maniera determina è stata la diminuzione dei turisti stranieri: il numero dei visitatori dall’estero è diminuito sia per quanto riguarda gli arrivi (-5,6 per cento) che per quanto riguarda le presenze (-5,3 per cento).

Michele Salis