Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Un record per Monumenti aperti

Fonte: Sardegna Quotidiano
7 maggio 2012

 

L’improvviso arrivo delle nuvole non ha fermato la voglia di conoscenza di cagliaritani e turisti. Sono stati oltre tredicimila, ieri pomeriggio dalle sedici alle venti, i visitatori per la prima delle due giornate dell’edizione numero sedici di Monumenti Aperti. Numeri in aumento rispetto alla stessa giornata del 2011, quando era possibile visitare centotré siti, contro i novantaquattro di quest ’anno. Più di mille curiosi hanno firmato all’ingresso della necropoli punica di Tuvixeddu, dove trova spazio un’esposizione di abiti risalenti al periodo romano. Ottocento hanno scelto di visitare l’Orto botanico, 700 la Casa massonica in piazza Indipendenza e quasi trecento villa Devoto. Gli altri monumenti più visitati sono stati la cavità di via Vittorio veneto con 360 registrazioni e la chiesa di Santa Lucia alla Marina, fino a poco tempo fa chiusa per lavori. Lunghe file anche per salire nelle due torri dell’Elefante e di San Pancrazio per godere un panorama mozzafiato, mentre in molti hanno optato per una discesa sotterranea, visitando il pozzo di San Pancrazio. Unico neo della manifestazione, la chiusura all’ultimo minuto della batteria antiaerea C 135 sopra il colle Sant’Elia, per via di una mancata messa in sicurezza della zona interna. La vera protagonista dell’edizione di quest ’anno di Monumenti Aperti è la Chiesa della Purissima in via Lamarmora, nel cuore di Castello. È stata costruita intorno al 1540 e nel 2009 sono partiti i lavori di ristrutturazione grazie a dei fondi regionali. Il totale di 280 firme non è veritiero, la gente in fila per visitare il monumento, fino a pochi minuti dalla chiusura, era molta di più. «C’è stata una visita speciale di un’ora e mezza della soprintendente Marcella Serreli, insieme a un gruppo di persone disabili», spiegano in serata dall’organizzazione di Monumenti Aperti. È stato proprio l’interno della Chiesa lo scenario, ieri mattina, dell’inau - gurazione della due giorni culturale. Il sindaco Massimo Zedda ha colto l’occasione per tornare a parlare della necessità di valorizzare le tante realtà artistiche della città, preferendole a nuove costruzioni. «È facile costruire hotel o centri benessere, il cemento si può riprodurre ovunque. La nostra è una città che presenta ancora i segni delle bombe della seconda guerra mondiale, unico caso in tutta Italia», afferma Zedda, «ecco perché un luogo come la Chiesa della Purissima, ma non solo, deve essere restituito alla fruibilità di cittadini e turisti. La chiave di volta dello sviluppo futuro sarà riappropriarsi di questi beni. Alla fine i turisti vogliono vedere monumenti e opere d’arte », argomenta il sindaco, «spazi culturali vivi e che invitino anche alla riflessione». Accanto al primo cittadino il prefetto, Giovanni Balsamo. «Oggi più che mai parlano i fatti, aver aperto questa Chiesa è segno tangibile di buona cooperazione tra le istituzioni, un fatto pregevole», sostiene Balsamo, «tanto più in questo caso, dove uno stato laico come il nostro ha avuto scambi positivi con il mondo ecclesiale».

Paolo Rapeanu