Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Efisio, il voto è sciolto

Fonte: L'Unione Sarda
7 maggio 2012

Con il rientro ieri notte, intorno alle 23, alla chiesa di Stampace si è chiusa la Sagra
 

Benedizione senza Martire, i Guardiani su tutte le furie
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«Atrus annus», ovvero alla prossima stagione che vuol dire che per questa ce l'abbiamo fatta e speriamo di farcela anche per la prossima. Con strette di mano, baci e abbracci, così ieri notte, verso le 23.15, le persone che hanno affollato piazzetta Sant'Efisio si sono salutate mentre il simulacro del Santo rientrava nella chiesa di Stampace dopo quattro giorni di cammino. Cagliari-Nora, andata e ritorno con tutte le tappe intermedie che la tradizione esige. Tutto liscio ma non nel finale con tanto di incidente diplomatico tra il Capitolo Metropolitano e l'Arciconfraternita.
LO SGARBO Quando il cocchio a ritroso ha fatto il suo ingresso nella navata la Benedizione eucaristica era non solo già avviata ma alle battute finali. Una irritualità (la Benedizione deve svolgersi alla presenza del Santo che si onora) che ha fatto sobbalzare il Primo Guardiano Fabrizio Pau e tutti i confratelli custodi da 356 anni del rito. Così, prima di ripetere la formula dello scigliento del voto, Pau ha tuonato dall'ambone dell'altare: «Da tanti anni sono nell'Arciconfraternita, da tre sono il presidente, non era mai successo che la Benedizione si svolgesse in assenza del Martire». Il gelo è piombato nella chiesa di Sant'Efisio. Una chiara frecciata a don Alberto Pala, rappresentante del Capitolo, e al prelato protettore don Luciano Pani, che non ha lasciato indifferenti molti dei fedeli stipati sin dalle 22 fra i banchi. «Una maleducazione», è stata la frase che è rimbalzata di bocca in bocca. «Uno sgarbo». Un episodio che non sarà privo di strascichi nei prossimi giorni.
PICCOLA POLEMICA Un finale stonato che era stato annunciato da una piccola polemica nella zona tribune all'inizio della processione. Un gruppo di spettatori aveva infatti rimproverato il sindaco Zedda di aver messo a pagamento anche i posti per il rientro. Zedda ha fatto notare come non solo la cosa era stata annunciata da tempo ma che 5 euro rappresentano una cifra irrisoria per godere di uno spettacolo che volendo si può vedere gratuitamente anche seduti, come hanno fatto in molti, portandosi una sedietta da casa.
LUNGO IL PERCORSO Il resto è stato perfetto in una serata dolce come sanno essere quelle di maggio, tanta gente assiepata lungo le vie della processione da piazza Matteotti sin in via Azuni per ammirare una sfilata bis dei migliori costumi della tradizione sarda, ben 53 le rappresentanze. E non c'è dubbio che questo cammino di ritorno, una volta riservato ai fedelissimi, non certo ai turisti (fra loro avvistato anche Vittorio Sgarbi), cresce di anno in anno richiamando una platea impensabile solo cinque anni fa. Il merito va condiviso. Da una parte c'è il sentimento di fede sempre più forte, la coscienza da parte dei cagliaritani di quanto questo rito affonda le sue radici nell'identità comunitaria, dall'altra che alcune scene artistiche hanno reso maggiormente affascinante questo rientro.
I CORI Sono da mascella cascante, infatti, i cori che si alzano improvvisamente al cielo, e a volte inaspettati, delle corali e polifoniche dislocate lungo alcuni punti cruciali del percorso: Su Masu di Elmas (alla stazione ferroviaria), il Polifonico di Selargius (fianco in via Roma), il Kellarious di Selargius (in via Crispi), il Polifonico Folcloristico di Sanluri (in piazza Del Carmine ), I Nuraghi di Sestu (nel Corso, Funtan'e Olia di Sinnai (in via Sassari), e S'Arrodia di Sinnai (sulla scalinata di Sant'Anna). Coreografia musicale che ha accompagnato l'incedere tremolante dei lumini, di candele, ceri votivi tenuti da uomini e donne in arrivo da ogni angolo dell'Isola per accompagnare, con gli abiti migliori che furono degli avi, il rientro del Martire guerriero e glorioso. (f.a.)