Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia, rione in rivolta: «Ora i fatti»

Fonte: L'Unione Sarda
7 maggio 2012

Nei prossimi giorni gli abitanti potrebbero piazzare le tende sotto il Municipio per protesta
 

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Il quartiere ghetto, la disoccupazione da incubo, i 37 milioni mai arrivati per ridare dignità ai palazzi del Favero e Lame. Gli abitanti di Sant'Elia sono inferociti e sono pronti a mettere in scena una protesta plateale.
Nei prossimi giorni piazzeranno le tende sotto il Municipio. Lo hanno deciso ieri al termine di un'assemblea infuocata organizzata da Sel nel circolo degli anziani, nel cuore del rione.
PROGETTI E PAROLE «Progetti ne hanno fatti tanti, sono rimasti sempre parole», dice Gabriella Paderi, che abita a Sant'Elia dall'84: «Sono integrata e mi sento parte di questo quartiere ghetto». Se la prende con i politici: «Sono venuti tante volte, ma solo in cerca di voti, del degrado che c'è ovunque nessuno si è mai occupato». E poi la disoccupazione: «È al 100 per cento, è ovvio che arriva la delinquenza». È la seconda assemblea popolare organizzata da Sel e il piatto è ricco: ci sono i milioni del finanziamento regionale per rilanciare il quartiere mai diventati realtà, il progetto per il porticciolo dei pescatori, il lungomare, il degrado.
NIENTE LAVORO Ma il tema scottante è l'assenza di lavoro. Non si accontentano più di promesse, vogliono i fatti. Portavoce del malcontento è Marisa Depau, consigliere comunale di Sel. Anche lei non ha più intenzione di aspettare: «I fondi per rilanciare il quartiere sono fermi dal 2006, è una vergogna», si riferisce a quelli che Area (Azienda regionale per l'edilizia abitativa) ha fermi da anni. «Chiediamo che la Regione faccia la sua parte decidendosi a spendere questi soldi, fondamentali per il recupero del quartiere», è l'ultimatum della Depau. E poi il porticciolo, che «darebbe dignità al quartiere». Anche in questo caso i fondi ci sono: «I politici devono mettersi in moto immediatamente». Anche lì c'è soltanto abbandono «Ci sono cinque metri di erbacce, una discarica abusiva, zecche, topi», si lamentano in tanti.
IL LUNGOMARE E poi il lungomare, i cui lavori dovrebbero iniziare a breve. Sono tutti d'accordo sui miglioramenti che i progetti porterebbero al quartiere, ma è il lavoro che chiedono a gran voce. I problemi sono legati anche ai tanti luoghi comuni che ruotano attorno a questo quartiere abbandonato ma che avrebbe le carte in regola, se valorizzato, per diventare uno dei più belli della città. E allora capita che «quando sentono che siamo di Sant'Elia ci chiudono le porte in faccia», dice Luisella De Agostini, e in tanti si accodano.
LE CASE E poi le abitazioni fatiscenti: «Ci sono perdite d'acqua e ci piove dentro, i pavimenti saltano, i muri sono spaccati», racconta la Paderi riferendosi alle case del Favero. Anche Lucia Portoghese chiede fatti: «È da anni che parlano di finanziamenti, ma non è arrivato niente». Sembra che nessuno si interessi di questo quartiere ai margini della città: «È un posto abbandonato, non si vedono vigili», protesta Ferdinando Collu, da vent'anni residente a Sant'Elia. Con lui Ottavio Laconi: «Due mesi fa sono caduti due alberi tra via Schiavazzi e viale Sant'Elia». Nonostante siano trascorsi 60 giorni, i buchi non sono stati ancora coperti.
Sara Marci