Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Veleni dal colle dei rifiuti

Fonte: Sardegna Quotidiano
23 aprile 2012

Ex inceneritore

 

AMBIENTE Percolato e diossina nella struttura sulla 131 Dir: il Comune pronto alla bonifica di tutta l’area ma sono necessari almeno quattro milioni di euro. Leo: «Interventi necessari»

Le infiltrazioni di percolato nella falda acquifera ci sono, così come è confermata la presenza di diossina in una parte della struttura che è stata “tombata”per sicurezza. Da capire c’è quanto le sostanze inquinanti rilevate nell’ex inceneritore di San Lorenzo, alle porte della città, abbiamo intaccato l’ambiente. Per saperlo sono necessarie analisi approfondite, che verranno effettuate quando verranno messi a correre i soldi per garantire la sicurezza dell’area o quelli, molti milioni ancora da trovare, per la bonifica complessiva dell’area che ospita la struttura, chiusa da anni, che adesso viene usata solo come stazione di trasferenza: i rifiuti lì sono solo di passaggio. Lo sono, almeno, quelli prodotti in questi anni dai cagliaritani. Per molti lustri nel centro di smaltimento è stata incenerita tutta l’immondizia prodotta in città. Migliaia di tonnellate, che non si sono volatilizzate: venivano scaricate in una fossa che, col passare del tempo, è diventata una collina di una decina di metri, che domina tutta la piana. Una montagna di rifiuti che era stata “incamiciata” con teloni protettivi per impedire che la pioggia filtrasse poi nel terreno. Solo che la copertura, col tempo, ha ceduto in alcuni punti. E l’acqua che cade dal cielo viene filtrata tra i resti dei rifiuti trasformandosi in percolato. Veleno che finisce nelle falde. Analisi della Asl hanno dimostrato che, finora, a valle l’acqua non è inquinata, ma è necessario intervenire per evitare che la bomba ecologica esploda, nell’unico territorio di espansione urbanistica della città, la piana di San Lorenzo. Dalla strada, la 131 Dir, si vede solo una vecchia struttura dominata da una ciminiera. All’interno alcuni mezzi ieri erano al lavoro, in uno sterrato ai piedi della collina di rifiuti. È coperta dal verde, ma in alcuni punti l’erba lascia spazio a squarci che rivelano la natura di quel promontorio: dal terreno, a macchia di leopardo, spuntano centinaia di buste di plastica e altri resti, buttati in un cassonetto chissà quanti anni fa. Il Comune sa che deve intervenire. Nel piano triennale delle opere pubbliche sono programmati oltre quattro milioni di euro per la messa in sicurezza o la bonifica: «È necessario intervenire», ha spiegato l’assessore ai servizi tecnologici Pierluigi Leo nella seduta della commissione Bilancio presieduta da Claudio Cugusi (Pd), «stiamo valutando la possibilità di demolire l’ex inceneritore per realizzare un ecocentro. Ma l’area deve essere bonificata». Operazione che richiede soldi. Molti. Anche quattro milioni, per far sparire decenni di rifiuti cagliaritani, potrebbero non bastare. Il Comune deve agire, ma al tavolo, per decidere, si deve sedere anche la Regione, con la Asl, la Provincia, e tutti gli enti interessati dall’in - tervento. E se è vero che per ogni opera futura per Cagliari (edilizia residenziale pubblica, stadio, impianti vari) San Lorenzo sembra essere il luogo buono in ogni occasione, è certo che con una montagna di rifuiti che gronda veleni si può fare poco e niente.

E. F.