Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tute bianche contro Equitalia

Fonte: L'Unione Sarda
20 aprile 2012

Clamorosa protesta di artigiani e agricoltori davanti alla sede presidiata dalla polizia
 

 

Striscioni e manichini per ricordare i suicidi per i debiti
Pioviggina, l'acqua inzuppa i manichini, ma non ferma l'azione dei dannati del fisco: ieri mattina almeno cento tra artigiani e agricoltori hanno protestato davanti alla sede di Equitalia in via Asproni. Indossavano una tuta e una maschera bianche: volti senza nome, accomunati dalla disperazione di non potercela più fare. «Non ci suiciderete», diceva la scritta appesa ai pali della luce, la stessa che campeggiava sugli striscioni srotolati all'alba sul Bastione di Saint Remy.
 

SILENZIO C'è stato un minuto di raccoglimento mentre dal megafono una voce femminile leggeva una lista di 67 nomi. Quelli di chi, negli ultimi due anni, ha deciso di togliersi la vita schiacciato dal peso della disoccupazione e del fallimento. Una cerimonia commemorativa davanti a una ventina di sagome piazzata sull'ingresso della società di riscossione presidiata da carabinieri e polizia. «Siamo qui per protestare contro un sistema che ci sta strangolando. Non ce l'abbiamo sicuramente con gli impiegati, ma con Equitalia che fa profitto nella riscossione delle imposte», ha detto Giuseppe Carboni, animatore del movimento spontaneo sorto sei mesi fa sull'onda dei pignoramenti e di fallimenti provocati da cartelle esattoriali da capogiro. «Non siano evasori, vogliamo solo pagare il giusto: Equitalia applica interessi su interessi, come una banca», ha aggiunto Maddalena Senis. Un debito di cinque euro arriva a 65 (un esempio tra tanti), oppure uno di ventimila aumenta dieci volte tanto nel giro di un paio d'anni.
 

FIRME Un banchetto, al riparo di un balcone, ha fatto il pieno in pochi minuti di duecento firme su una proposta di legge popolare che chiede l'abolizione di Equitalia. Molti commercianti della zona, attirati dalle voci al megafono, non hanno esitato ad aderire. Tanti contribuenti che dovevano sbrigare una pratica nell'esattoria, hanno prima staccato il biglietto per la fila e poi sono usciti per firmare. «Un'adesione spontanea, che ci dà la forza di continuare», ha commentato Marco Mameli, animatore del «Presidio di viale Trento», il tendone diventato col passare dei mesi il quartier generale della protesta. Qui viene allestita la scenografia immancabile nei tour della protesta, a cominciare dai cartelli appesi ai semafori e ai pali della luce. L'hanno anche adibito a sportello anti-disperazione dove chi ha problemi economici trova un legale, un commercialista, qualcuno disposto ad ascoltare la sua storia.
 

DISPERATI «Chi vede il suo futuro incerto non deve essere lasciato solo», ha spiegato Isabella Spiga. Assieme a un'altra animatrice, Irene Cosa, ha ultimato una ricerca sui suicidi a catena, diventati un'emergenza sociale: in 4 anni ne hanno censito 65 in Italia, più dodici tentati. «Ce ne sono stati anche in Sardegna, ma non ne abbiamo conferma: c'è vergogna da parte dei parenti». Si sa solo di un operaio sardo, Sergio Marra, emigrato a Brembate, Milano: rimasto senza lavoro, si è dato fuoco nel gennaio 2010. Prossime tappe: banche e Agenzia delle Entrate.
Antonio Martis