Rassegna Stampa

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Malati di Casteddu ma tutti super fans dell’effetto nostalgia

Fonte: web Castedduonline.it
17 aprile 2012

Malati di Casteddu ma tutti super fans dell’effetto nostalgia
 

17/04/2012 01:32
Primo piano

Diciamolo subito: Cagliari è una città di splendidi, inguaribili nostalgici. Ci piace da morire la moviola dei ricordi, mescolata ai frammenti del passato. Sul web e su Facebook le foto ingiallite battono ogni record dei “mi piace”. Partendo dagli immortali casotti del Poetto, quelli che tutti rimpiangono, che i meno giovani ricordano come se fossero stati qui ieri, tramandandone la memoria. O la scuola Riva, quella dei tempi che furono in piazza Garibaldi. Dal passato emergono anche scoperte: ad esempio la rotonda di piazza San Benedetto è tutt’altro che una novità, esisteva anche in quelle foto in bianco e nero. Oppure la via Roma: un tempo al posto della piazza sul mare c’era un enorme distesa di alberi, una piccola foresta al centro, e meno male che non c’era quell’orrendo palazzo del consiglio regionale. E la piscina al centro di una piazza matteotti stranamen te bellissima. E lo stadio Sant’Elia, ve lo ricordate quando era ancora tutto intero? Con i primi striscioni degli Sconvolts e le poltroncine coloratissime di Italia 90? Se ci fosse un’industria della nostalgia, a Casteddu farebbe affari d’oro. Siamo talmente attaccati alla nostra città che se ce ne portano via solo un pezzetto, siamo pronti a mordere. Ci sono anche storie recenti, come la piazza Maxia trasformata in un fossato dalla giunta Floris. Sino a 15 anni fa non c’era l’asse mediano, e forse era davvero meglio così. Ma c’erano i locali Aics, quelli nei quali la notte sembrava fermarsi, posti che tanto di giorno non c’erano, luoghi di perdizione dove la birra scorreva a fiumi. La Cagliari del passato è sempre più bella di quella del presente. Quel che abbiamo perso rimane una ferita aperta: come il tram sul lungomare, il maggiolone che passava la domenica per le vie di Castello. La Torrefazione Santos di via Dante, dove il sapore della moka era un mito e c’erano le prima caramelle sfuse buone. Le latterie scomparse da San Benedetto. I campetti sportivi, diventati ormai davvero un ricordo nei quartieri, spesso sostituiti dalle sterpaglie. Pensate che sino a 24 ore fa, a Villanova non c’era neanche la Ztl, ma questa è un’altra storia. Se vuoi colpire nel segno, giocati l’effetto nostalgia: farai incetta di pollici alzati sul social network. Ciò che è stato è più bello perchè ci hanno tolto il sogno del futuro, perchè nella Cagliari attuale in pochi si sentono al sicuro. Ultimamente sono spariti anche i cosiddetti “poteri forti”, che col centrodestra al governo erano più evidenti. Ora si sono mimetizzati, aspettando il momento buono per riemergere dalle sabbie mobili degli intrallazzi. Il filone dei negozi storici che chiudono, ad esempio, sta facendo la fortuna dei giornali: chi li vede arrendersi pensa a un pezzo di giovinezza e di abitudini che se ne vanno. Come se una piccola parte di noi letteralmente evaporasse. Cocco, Racca, Alisonno, Vanessa Monteverde sono solo gli ultimi che si sono arresi alla crisi strisciante, quella che copmpare invece solo nelle nuove foto a colori. Siamo malati di Casteddu, inguaribili romantici e sognatori. Vorremmo risvegliarci nell’era dei casotti, magari senza riflettere sul fatto che sono poco igienici. In realtà abbiamo permesso anche che ci distruggessero il Poetto, l’anfiteatro, senza battere ciglio, anzi rivotando anche chi ci aveva tradito. Per poi dire basta e provare a cambiare. Ipazia