Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La storia nascosta dell’ambiente urbano

Fonte: La Nuova Sardegna
10 aprile 2012

Un ciclo di conferenze per capire come il rurale abbia influenzato la storia del capoluogo




CAGLIARI Ambiente urbano, ambiente naturale e ambiente rurale: la città di Cagliari si racconta attraverso i segni nascosti del passato. Si è conclusa nei giorni scorsi con il seminario “Cagliari, naturalmente!” di Tiziana Sassu la terza edizione del ciclo di conferenze “Le identità locali, città e paesi si raccontano”, svoltesi al Centro comunale d’arte e cultura “Il Ghetto”. A partire da Villa Muscas che nel 1886, da Municipio venne adibita a Regia scuola di viticoltura e enologia grazie all’impegno del sindaco Ottone Bacaredda e dell’onorevole Francesco Cocco Ortu, il percorso è stato ampio. Bacaredda e Cocco Ortu sono stati due personaggi illustri della storia isolana che contribuirono a risollevare l’economia come Sante Cettolini. «Nel 1889 il professore veneto Sante Cettolini fu chiamato a dirigere la scuola che divenne un punto di riferimento nazionale - spiega Sassu - in quel periodo venivano coltivate 60 varietà di uva e al posto del Teatro Lirico c’era la distilleria. Oggi purtroppo sono stati conservati solo i sotterranei che però sono chiusi al pubblico. È importante interrogare i segni del passato per poter fare delle scelte come la musealizzazione di un sito e l’innovazione di quel bene». Spazi e segni oggi nascosti che continuano a parlare come l’orto botanico, inaugurato nel 1886 dal fondatore Patrizio Gennari. Fu proprio Gennari a realizzare il primo erbario. «È Gennari,che faceva anche da insegnante agrario ai maestri elementari, sempre in combutta con Cettolini - aggiunge Sassu - a dare il via alla prima sperimentazione di nuove coltivazione come il ricino, l’erba medica, il mais e fino a otto specie diverse di cotone». Tra i personaggi illustri anche Domenico Lovisato, che si dedicò alla raccolta paleontologica e il marchese Sanjust di Teulada che si occupò del rimboschimento del Parco di Monte Urpinu con la coltivazione del pino d'Aleppo. Il ciclo di conferenze precede la XVI edizione di Monumenti Aperti, che prenderà il via sabato 5 e domenica 6 maggio.

(b.c.)