Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Chiuse in provincia oltre 1300 aziende

Fonte: La Nuova Sardegna
4 aprile 2012



Nel 2011 i settori più penalizzati sono stati la pesca e l’agricoltura, i primi tre mesi di quest’anno confermano la tendenza

Per il commercio è una Caporetto



Alberto scanu Occorre pensare a un nuovo progetto di reindustrializzazione Qualche segnale di speranza dall’export

Fa più rumore un'impresa che crolla che un'epidemia di piccoli esercizi che chiudono. Ma i dipendenti privati del lavoro e messi assieme fanno numero e statistica: diventano migliaia. Una marea che rischia di privare il capoluogo della sua linfa e di scardinarne il tessuto sociale. «La situazione è disarmante - commenta Roberto Bolognese, responsabile provinciale della Confesercenti - i toni sono sempre più aspri per una situazione che non ha trovato ancora una soluzione». La crisi si riversa sempre più pesante sui possessori di partita Iva. «I commercianti si sentono abbandonati dalle istituzioni e respinti dagli istituti di credito - riferisce il presidente provinciale Confesercenti - vivono una situazione altrettanto rischiosa di altre categorie maggiormente protette come l'industria e l'agricoltura». La contrazione dei consumi non perdona: 257 attività commerciali in meno in provincia, a cui si aggiungono altre 87 imprese turistiche. I dati Confesercenti dipingono una situazione in rapida declino: il saldo negativo è pesante soprattuto se si considera che per ogni azienda commerciale che chiude vi sono da due a tre dipendenti in meno e intere famiglie sul lastrico. (pl.c)
CAGLIARI Il periodo di quaresima si avvia a conclusione ma i commercianti temono che le vacche magre dimagriranno ancora. Situazione devastante secondo Roberto Bolognese, presidente provinciale Confesercenti, che propone delle linee d'azione per favorire la ripresa del comparto del commercio e dei servizi. Le direttrici sulle quali agire, prontamente, sono tre: riattivare la concessione del credito da parte delle banche; ammorbidire la morsa dell'esazione del debito e alleviare le tasse. «Un commerciante che non riesce a chiudere i conti e posticipa il pagamento delle tasse non è un criminale - commenta Bolognese - ma un cittadino in difficoltà». Serve inoltre una reale programmazione per il rilancio della Sardegna e del suo capoluogo come destinazione turistica. Le mosse sono poche ed efficaci, ma di non lieve difficoltà attuativa: pedonalizzazione del centro, miglioramento dell'arredo urbano, costruzione dei parcheggi di prossimità, potenziamento del trasporto pubblico. L'obiettivo, secondo Confesercenti, si potrebbe raggiungere puntando sui tre assi della città: il Poetto, il parco del Molentargius ed il centro storico. La responsabilità sembra quindi essere condivisa tra commercianti e rappresentanti politici, «i quali - si attende Bolognese - tramite i vari enti dovrebbero concertare una programmazione adeguata alla città». Pierluigi Carta

 

di Stefano Ambu wCAGLIARI

Anche gli ultimi dati di Movimprese, quelli dell’ultimo quadrimestre del 2011, lo confermano. La crisi non concede tregua e le aziende che spariscono sono più di quelle che nascono: il saldo negativo più disastroso lo registrano nella provincia di Cagliari i settori pesca e agricoltura. Ma vanno male, insieme al commercio, industria e costruzioni. Le aziende cancellate dal registro delle imprese dall’estate a dicembre sono state 1.379, quelle che si sono iscritte sono state 871. Il saldo, quindi, è fortemente negativo. Numeri impietosi soprattutto per agricoltura e pesca (58 registrazioni e 215 cessazioni). E il 2012 non scherza: il primo trimestre, che già aveva fatto capire dalle prime previsioni sul numero di posti di lavoro in più e in meno che l’inversione di tendenza è un miraggio, sembra seguire purtroppo lo stesso andazzo. «Un quadro generale di recessione - spiega Alberto Scanu, presidente di Assoindustriali Sardegna meridionale - anche se c’è qualche settore di nicchia che regge e mostra qualche segnale di speranza soprattutto nell’export: penso ai vini. I settori su cui si può puntare, anche analizzando il presente, per il rilancio: agrindustria, information technology e green economy. Lo abbiamo sempre detto: occorre pensare a un nuovo progetto di reindustrializzazione». Anche Assoindustria conferma: male l’edilizia. “Un settore - spiega Scanu - molto importante per l’economia isolana”. Dalle costruzioni (72 iscrizioni e 153 cancellazioni nell’ultimo quadrimestre per un 2011 che alla fine totalizza il benvenuto a 453 nuove aziende e l’addio a 619 imprese) arriva un segnale molto chiaro: Michele De Pascale ieri era a Roma per la presentazione del Piano Città. «Oggi in Italia sono 10 milioni - spiega il numero uno dell’Ance - gli edifici ubicati soprattutto nelle periferie che versano in uno stato di totale degrado. Sarebbe opportuno mettere mano a questo abbandono e rivalutare il patrimonio dei privati perché sul bene casa, si può fondare il benessere e la ripresa dell’Italia». Una politica, quella del recupero, che da molte parti viene invocata come uno dei “toccasana”, o quasi, per dare una boccata d’ossigeno. La proposta è stata avanzata anche da Legambiente che ha chiesto che vengano salvaguardati i vuoti urbani e che la carenza di abitazioni venga risolta con l’intervento di recupero nei centri storici. A Cagliari, ad esempio, gli immobili degli antichi rioni sono inutilizzati dal trenta a quaranta per cento. E spesso in quando sono in condizioni molto precarie. Da qui la richiesta di agire in questo settore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA