Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Strade chiuse alle auto, residenti pronti alla rivolta

Fonte: La Nuova Sardegna
4 aprile 2012



Villanova, il 16 aprile entreranno in vigore i nuovi orari a transito limitato In cinque vie vietati il passaggio e la sosta dei veicoli per le ventiquattr’ore

TRAFFICO»POLEMICA COL COMUNE




CAGLIARI Millecinquecento abitanti di Villanova non ci stanno a finire in cassaforte per mezza giornata e assediati dalle macchine per le altre ore, con una cintura di strade a traffico limitato rispettato soltanto dai residenti. La delibera del Comune che rende pedonali via San Giacomo, via San Giovanni, via Piccioni, via Sulis e via San Domenico entrerà in vigore il 16 aprile eil comitato “Abitanti di Villanova” col corteo dei residenti promette resistenza a oltranza. Secondo loro, infatti, come hanno spiegato ieri in una conferenza stampa nella piazzetta San Giacomo, la pedonalizzazione, che nasce per restituire bellezza e pace ai quartieri storici, su Villanova è stata concepita con miopia e il fallimento sarà in danno permanente dei residenti. I difetti della delibera sono ritenuti due: gli orari delle zone a traffico limitato che riguardano tutto il quartiere di Villanova, 6.200 abitanti; il divieto di transito anche per i residenti nelle strade pedonali, con l’unica eccezione della mezz’ora al massimo in cui si possono compiere operazioni di carico e scarico, in un quartiere che ha pochi locali di ristorazione e pochissimi negozi mentre resta abitato da famiglie che si tramandano la casa di padre e in figlio e da gruppi che animano feste popolar-religiose entrate ormai nelle proposte vacanza su Cagliari. La pedonalizzazione piace a tutti, anzi, è considerata una scelta che ridarà a Villanova la sua vera, antica atmosfera di villaggio alle pendici di Castello, ma questa non può essere fatta in dispetto degli abitanti. Il problema lanciato con forza ieri all’attenzione pubblica, dopo gli inutili incontri in Comune, è questo: si può rendere pedonale una strada per tutti, vietare il parcheggio a tutti residenti compresi, ma a questi bisogna permettere in ogni ora della giornata di raggiungere velocemente casa propria con l’auto, scaricare spesa, bambini, anziani e riuscire dal quartiere. Il secondo problema, pressante al pari del primo: dove la portano i residenti la macchina in una zona dove non c’è posto, il silos di Apcoa ha prezzi proibiti per i molti pensionati della zona e non c’è un programma di costruzione di parcheggi, come si potrebbe fare per esempio dalle parti di via Tristani in una grande area privata? Giuseppe Vacca presidente del comitato: «Non si può creare una zona pedonale di 8 ettari da un giorno all’altro. Ci vogliono parcheggi, controlli, e orari diversi per i divieti di accesso». La domanda è: cosa si vuole tutelare con una pedonalizzazione siffatta? Il comitato chiederà un incontro al Comune, l’ultimo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Le telecamere che non filtrano gli accessi




Uno strumento fondamentale per far rispettare il divieto di accesso nelle zone a traffico limitato, oltre che nelle strade interamente pedonali, sono le telecamere. Il problema è che le telecamere adottate negli anni hanno rivelato problemi col sistema informatico e non sono nella condizione di monitorare completamente gli ingressi dei veicoli dei fornitori dei commercianti. Residenti e commercianti infatti sono autorizzati e le loro targhe risultano, ma con i fornitori che non sempre usano gli stessi mezzi non si sa come autorizzare l’accesso. Per lungo tempo le telecamere sono state spente e non si sa quando verranno utilmente riaccese. Se non si corre ai ripari, il risultato sarà vedere gli abitanti a piedi per il quartiere con auto sconosciute che transitano senza difficoltà.