Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Due Stabili uniti per sfidare il grande Dostoevskij

Fonte: L'Unione Sarda
26 marzo 2012

Al Massimo di Cagliari la riduzione teatrale del capolavoro russo

Dio, il male, l'innocenza: “I fratelli Karamazov”

Impresa ardua prendere il poderoso romanzo di Fëdor Dostoevskij e farne una riduzione teatrale, senza smarrirne l'ampiezza. E stimolante sfida per chi lo fa. Nella drammaturgia de “I fratelli Karamazov” si sono cimentati Roberta Arcelloni e Guido De Monticelli (sotto un cielo toscano, precisano in nota) in una co-produzione Teatro Stabile della Sardegna e Teatro Metastasio Stabile della Toscana. Il testo tratto dal grande narratore russo, per la regia di De Monticelli, ha debuttato al Massimo di Cagliari per restare in cartellone sino a martedì prossimo, inserendosi come appuntamento serale del Festival di Filosofia (al via stamattina sul palcoscenico di via De Magistris). Il mese prossimo varca il mare, per approdare a Prato dall'11 al 22.
La scena si apre con il dibattito sull'esistenza del Creatore. Dio c'è o non c'è?, in fondo, è la domanda che attanaglia lo stesso scrittore prima ancora che i personaggi. Si beve cognac attorno al tavolo. Ivàn Karamazov è ateo, sofferente per le ingiustizie del mondo. Suo fratello Alëša dice che Dio è amore. Il padre Fëdor Pavlovic conduce la conversazione alla propria indifferenza, altalenando fra risposta positiva e negativa sino a quando irrompe, con tutta la propria passionalità e l'odio nei confronti del genitore rivale, il fratello maggiore Dmitrij. Il taglio scelto per la riduzione del testo parla attraverso gli occhi di Alëša. Non giudica, il giovane Karamazov. È testimone della bufera esistenziale e dei caroselli passionali.
Scenografia mobile e lignea quella creata da Lorenzo Banci e Federico Biancalani, con architettura di luci di Loïc François Hamelin. In particolare il tavolo funziona come cambio di scena, riportando la dimensione familiare del dibattito iniziale a nuove prospettive terrene e metafisiche. Con quasi tre ore di spettacolo è stata una prova impegnativa per il cast vestito da Zaira De Vincentiis e composto da Valentina Banci, Francesco Borchi, Daniel Dwerryhouse, Corrado Giannetti, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Paolo Meloni, Silvia Piovan, Cesare Saliu, Maria Grazie Sughi e Luigi Tontoranelli. Bravi e giustamente applauditi. Appena un bisogno iniziale di trovare la taratura giusta. Poi il ritmo tiene sino alla fine, accompagnato dalle musiche di Mario Borciani. Vengono colte le sfumature, passioni e fragilità, la tenerezza dei personaggi con interpretazioni molto concentrate.
Nella lettura di Arcelloni e Guido De Monticelli emerge il ventaglio di temi: il male, la colpa, l'innocenza, l'ingiustizia del più ricco sul più povero che rende il mondo diseguale. Dio c'è o non c'è? Il dolore esiste, ma anche la speranza e la gioia di vivere come in questo lungo debutto.
Manuela Vacca