Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mostri che nascono dagli incubi

Fonte: L'Unione Sarda
21 aprile 2008

Con la sua voce dolcissima attira i viandanti per poi mangiarne le carni. La manticora è un intreccio di vari felini dal volto umano (o quasi) e lancia dardi avvelenati con la punta della coda. Aristotele scrive che la divoratrice di uomini s'aggirava per le terre dell'India. Da oggi e fino al trenta novembre scodinzolerà anche nelle stanze del Castello di San Michele, a Cagliari, ospite insieme a tanti altri animali mitologici della mostra Zoologia fantastica allestita dal Museo regionale di Scienze naturali di Torino.Passeggiando per i corridoi del castello (visite dal martedì alla domenica: orario 10-13, 16-19; biglietti da 2 a 5 euro; info: 070.500656) ci si imbatte in enormi riproduzione di creature fantastiche tratte dai bestiari medievali: dal bellissimo unicorno bianco ai serpenti giganti, dalle piovre ai draghi. Ma non tutto è frutto della fantasia. Infatti nell'esposizione trovano posto soltanto quegli esseri mitologici citati nella letteratura scientifica. E a ognuno di essi corrisponde l'animale reale cui la fantasia umana si è ispirata. Tra i più conosciuti, Nessie , il mostro di Lochness oppure lo Yeti, l'abominevole uomo delle nevi. Ma il vero fascino dell'esposizione traspare dagli orribili volti meno celebri. E in questo senso il percorso segue un excursus storico: dal Sirrush babilonese (il primo dei draghi della iconografia antica, citato anche nel Vecchio Testamento da Daniele) ai sirenidi dei greci, fino al Leviatano della tradizione ebraica. Ma la fantasia, almeno geograficamente, non ha bisogno di essere sollecitata più di tanto perché al piano superiore del castello è stata allestita anche una galleria di creature sarde. Per il momento sono rappresentate soltanto attraverso dei pannelli (a breve arriveranno le riproduzioni) ma attraverso i testi è possibile ricostruire la loro storia e le credenze popolari che le hanno generate. Ecco che appare Sa musca macedda , un insetto con la testa grande quanto una pecora, implacabile guardiana dei tesori conservati negli antichi castelli. Oppure il Boe muliache , una sorta di minotauro che batte per tre volte lo zoccolo davanti all'uscio dei moribondi. E ancora, Sos caddos birdes , indomabili cavalli verdi e impossibili da guardare che galoppavano sulle rive del Temo, o S'iscultone , draghetto dall'alito avvelenato e occhi incendiari che Antonio Gramsci scrive di aver visto nascosto sotto i sassi, nelle campagne di Ghilarza. «La nostra è una sfida al British museum di Londra», spiegano i rappresentanti del museo di Torino, Elena Giacobino e Martino Pasqualino.L'allestimento è nato nel 2002 e recentemente è stato a Napoli dove in tre mesi - dicono gli organizzatori - ha attirato 300mila visitatori. Le riproduzioni, in resina e a grandezza naturale (si fa per dire), sono state realizzate dalla Tridimont di Verona, la società che lavora anche per Hollywood. Ogni riproduzione è costata circa 3mila euro. L'esposizione cagliaritana - classificata dagli organizzatori come uno dei tasselli di avvicinamento tra Sardegna e Piemonte alle celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia del 2011 - è costata 60mila euro, come conferma il suo curatore, Domenico Vassallo.Un appunto all'allestimento è arrivato dall'assessore comunale alla Cultura, Giorgio Pellegrini (il Comune organizza insieme al consorzio Camù) durante l'inaugurazione: «L'unica creatura che manca è la Patella mannara , pronta a divorare il quartiere cagliaritano di Sant'Elia». L'ironico riferimento è alle politiche architettoniche-museali della Giunta regionale. «Ma se tutto procede così, la Patella mannara resterà soltanto un mostro di fantasia».EMILIANO FARINA 19/04/2008