Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Manuel Frattini, il ragazzo che non voleva crescere

Fonte: L'Unione Sarda
23 marzo 2012

Il musical “Peter Pan” stasera all'Auditorium del Conservatorio di Cagliari
 

«Oggi c'è il bisogno di svagarsi e ritrovare l'innocenza»
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Poche cose resistono al tempo come le favole, e visto che il pubblico continua ad aver bisogno di belle storie che il più delle volte toccano corde profonde e universali, sui palcoscenici e negli schermi di tutto il mondo è un continuo via vai di figure leggendarie come Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Alice, Robin Hood, Romeo e Giulietta, Pinocchio, Aladin, Peter Pan. Personaggi creati dalla fantasia, ma entrati ormai a far parte della nostra realtà.
Così, oggi (alle 21) e domani (ore 16,30 e 21), all'Auditorium del Conservatorio di Cagliari Manuel Frattini indosserà i panni di Peter Pan nel musical ospitato dalla rassegna “La musica che gira intorno”, curata come di consueto da La Via del Collegio. Uno spettacolo di grande appeal visivo e sonoro, avvolto da un'atmosfera incantata che farà rivivere i famosi duelli tra “il bambino che non voleva crescere” e Capitan Uncino, ipnotizzando piccoli e adulti. Diretto da Maurizio Colombi, la messinscena, frutto della collaborazione tra il Teatro delle Erbe e Officine Smeraldo, si avvale del lavoro di venticinque artisti e delle musiche di Edoardo Bennato che, per l'occasione, ha messo mano ai brani dello storico album “Sono solo canzonette”, colonna sonora dell'allestimento.
«Ammetto di essere affetto dalla sindrome di Peter Pan, anche se non sono il solo», dice con tono candido Frattini: «È un personaggio che ha portato molta fortuna sia a me che a tutto il musical: dal 2006 al 2008 è stato lo spettacolo più visto in Italia. Ora, dopo due anni di assenza, ci siamo rimessi in moto con un cast completamente rinnovato che caratterizza questa nuova edizione». In cui la tecnologia ha un peso importante: «Gli occhi godranno molto, e non solo quelli dei bambini. Abbiamo constatato che piace molto anche ai più grandi. È colorato e sopra le righe per quanto riguarda la recitazione, le scenografie, i costumi. E poi ci sono alcune scene dove è stata utilizzata una tecnologia digitale avanzata. Penso a quella in cui Peter Pan duella con la sua ombra ribelle. O al viaggio per arrivare all'Isola che non c'è, in cui il pubblico avrà la sensazione di volare insieme a Peter Pan e ai fratelli Darling».
Via dalla cruda realtà, quindi, per ritrovare l'incantesimo della fiaba: «In tempi come questi il pubblico ha bisogno di svagarsi, di ritrovare l'innocenza di quando si era bambini». Un incantesimo che giova anche al botteghino: «Rispetto ad altre forme artistiche, il musical non risente della crisi, e questo è senz'altro un segnale positivo. Siamo conosciuti nel mondo come un popolo che ama cantare e ballare. Un genere come questo non può non piacere. Se fosse stata una moda, sarebbe finita da tempo». Non tutti gli show attingono però dalle fiabe. Titoli come “Rent”, “Next Fall”, “Enron”, parlano di aids, omosessualità, crac economico: «Sono temi importanti. Ritengo però che il pubblico italiano non sia pronto».
Carlo Argiolas