Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lei è sotto tiro, lui è invalido: «E adesso?»

Fonte: L'Unione Sarda
12 marzo 2012

La coppia senza un tetto


Tatiana Pagliero passeggia nervosamente sul marciapiede. Ogni tanto alza lo sguardo verso le finestre annerite al primo piano. «Ci viviamo da un anno e mezzo. Li dentro avevamo tutte le nostre cose. Il bambino aveva i suoi giochi. Ora siamo senza casa. Non abbiamo più nulla. Ci hanno buttato in strada». Sospetti? «Sarà stato qualche infame che non ha avuto il coraggio di dirci in faccia cosa avremmo fatto di sbagliato». Al suo fianco c'è il compagno, Pierpaolo Serra, invalido, con entrambe le braccia amputate. «Ora dove andremo? Il Comune ci deve dare una sistemazione. Pierpaolo non può stare solo».
L'AFFITTO IN NERO La coppia sa di non essere in regola. «Siamo nelle liste per ottenere un'abitazione comunale da tanti anni. Paghiamo 450 euro d'affitto», spiegano, «a una donna a cui è stata assegnata la casa. Ovviamente in nero. Siamo costretti a fare così per avere un tetto sotto cui vivere». Quando sentono parlare dell'ipotesi che l'attentato sia legato alla guerra per le case popolari scuotono la testa: «Non è questo il motivo. Ma non sappiamo perché ci abbiano fatto una cosa del genere. Certamente si tratta di una vigliaccata».
SOLIDARIETÀ Davanti al civico 9 ci sono molte persone. Amici e parenti. Parte subito una piccola gara di solidarietà: «Se vi servono cibo e vestiti ve li diamo», dice una giovane mamma alle prese con i due figli. La preoccupazione maggiore per Tatiana e Pierpaolo è un'altra: «Dove trascorreremo la notte?». Il Comune, tramite l'interessamento di un agente della Squadra volante, fa sapere che ci sono delle stanze libere in due case d'accoglienza. «Non va bene», sbotta la donna, «ci devono trovare una casa per stare insieme. Chi si occuperebbe di Pierpaolo? È senza braccia, forse in Comune se ne sono dimenticati?». «Voglio stare con la mia compagna», rilancia lui, «altrimenti meglio finire a Buoncammino».
C'è anche chi suggerisce altre strade. «C'è una casa, qui in piazza, ancora libera. È stata assegnata ma se la occupate non vi potranno certamente mandare via». Tatiana e Pierpaolo si guardano: «Se non ci trovano una sistemazione dignitosa saremo costretti a "sfondare" e occupare». A San Michele la battaglia per ottenere una casa comunale è pane quotidiano. (m. v.)