Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Porto: il lavoro rinasce qui»

Fonte: La Nuova Sardegna
12 marzo 2012

Il presidente dell’authority Massidda racconta il futuro




CAGLIARI. Conferenza fiume del presidente dell’autorità portuale Piergiorgio Massidda che tratteggia un orizzonte rosa per il porto storico di Cagliari tra crociere, grandi yacht ma anche la darsena dei pescatori alla Scafa, parla dell’interesse suscitato in un operatore del porto di Shalalla nell’Oman snodo delle merci cinesi e, per il porto canale, dove apriranno 15 cantieri navali: forse saremo terminal dell’Uruguay nel Mediterraneo.
Rush finale per il lancio del nuovo terminal crociere al molo Rinascita del porto di Cagliari: sta per partire il bando per l’affidamento in gestione dell’area già utilizzata per l’arrivo delle maxi-navi. «Abbiamo ricevuto le manifestazioni di interesse di diversi armatori - ha annunciato Massidda -. Il coinvolgimento delle più grandi compagnie del settore potrebbe diventare importante per aumentare il volume di traffico delle imbarcazioni, molte quest’anno sono state dirottate nel mercato asiatico. Dobbiamo farci trovare pronti per il catalogo 2014, ma la partenza del progetto potrebbe dare riscontri già nei prossimi mesi». La lista delle navi da crociera non è lunga quanto l’anno scorso: 167 imbarcazioni nel 2011 contro le 72 del 2012. «L’allarme c’è - confessa Massidda -. Solo la Royal Caribbean ha tolto dal Mediterraneo, non solo a Cagliari, 32 navi. Per questo stiamo lavorando al progetto del molo Rinascita. E la fiera di Miami, in programma dal 12 al 15 marzo, sarà un’importante vetrina». Bando quasi pronto. «Quasi - ha spiegato il presidente dell’Authority - perchè stiamo cercando il modo di coinvolgere le realtà locali, in primis la Camera di Commercio: stiamo cercando di trovare il modo». Il progetto prevede la realizzazione di una tensostruttura in un’area dagli 800 ai 1200 metri quadrati con la possibilità di due attracchi contemporaneamente. L’obiettivo, esplicitato dal bando, è quello di arrivare al più presto all’home port. Cioè Cagliari come porto di partenza per le crociere. «Con i turisti che arrivano a Elmas e i bagagli che in pochissimo tempo vengono trasferiti dall’aeroporto alla nave», ha detto Massidda. Per il molo Ichnusa, invece, è confermato il cambio di programma: «Le navi delle compagnie sono sempre più grandi e non possiamo perdere tempo: al terminal arriveranno piccole navi da crociera e grandi yacht». Sulla crisi del settore crociere: non se ne uscirà prima del 2014. Massidda ha spiegato che quanto avvenuto alle navi della Costa Crociere sta crendo una sofferenza per il settore che avrà ripercussioni per tutto il 2013. Le linee di indirizzo del piano marketing vanno dalla partecipazione dell’Autorità portuale ad associazioni riguardanti il traffico marittimo portuale all’adesione ad appuntamenti fieristici riguardanti traffico merci, passeggeri e crocieristico. Ci sarà una implementazione del sito web dell’authority e l’utilizzo dei principali social network. Poi: «Stiamo lavorando - ha spiegato Massidda - per potenziare porto Foxi di Sarroch e per risolvere le difficoltà per le navi Ro-Ro. Abbiamo chiesto alla Regione una nave per le merci e c’è la disponibilità dell’assessore ai Trasporti Christian Solinas. Dopo appena cinque mesi verranno assegnati i lavori a terra di 15 cantieri navali e ora servono corsi di formazione per preparare i nostri giovani. Stiamo proseguendo con le iniziative per far conoscere alle scolaresche le attività dei porti e presto ne faremo altre per avvicinare il porto ai cagliaritani. Abbiamo, inoltre, finanziamenti per una pista ciclabile, che da Sant’Elia arrivi al molo in continuità». Per la zona franca: la società Free Zone ha eletto gli amministratori, chiede alla Regione di entrare per il 26 per cento, Massidda ieri annunciava la possibilità che entro dicembre sia istituito il punto frontaliero dove si sdoganano le merci alimentari destinate all’Europa, a Cagliari basteranno poche ore, a Genova servono almeno 4 giorni. Massidda ha dichiarato che far partire la zona franca serve per avviare alcuni progetti industriali per lavorazioni di merci che arrivano da regioni extracomunitarie e sono destinate ad altre regioni fuori Europa. Sulla sentenza del Tar che di fatto ha attribuito tutte le aree del porto canale all’authority contro l’azione del Casic e oggi del Cacip, Massidda ha detto: siamo soci al 50 per cento in Free Zone del Cacip, «cerchiamo ciò che unisce e non ciò che divide». Insomma: la questione resta delicata.