Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Avanti c’è posto: donne in prima fila»

Fonte: La Nuova Sardegna
12 marzo 2012

 
Un dibattito a Monte Claro organizzato da «Senonoraquando Cagliari»




BETTINA CAMEDDA
CAGLIARI. Musica, interventi, testimonianze di donne che ce l’hanno fatta. Sono donne che «hanno guardato oltre, che hanno voglia di trovare il posto che esiste, di raccontarsi senza compiangersi, che hanno voglia di testimoniare e passare il testimone, che riescono a vedere oltre le file interminabili di teste di donne e uomini che ancora aspettano che qualcuno indichi loro dove sedersi». Proprio ieri sera, e non l’8 marzo, nella sala polifunzionale del Parco di Monte Claro, si tenuto l’incontro «Avanti c’è posto. Riflessioni progetti racconti di donne in prima fila». Un evento organizzato dal comitato Snoq Cagliari, nato sulla scia della grande manifestazione nazionale dello scorso anno. Perché dopo il 13 febbraio del 2011, quando migliaia di donne (e di uomini) sono scese in piazza per dire ‘basta’, qualcosa è cambiato. Ma non abbastanza. «Il 13 febbraio ha segnato il punto di non ritorno. La paura era che tutto si esaurisse lì invece in tutta Italia da allora sono nati centinaia di comitati ai quali hanno aderito anche molti uomini. Perché queste battaglie non si vincono se non tutti insieme - spiega Elisabetta Vadilonga, coordinatrice del Comitato Snoq Cagliari - oggi molte cose sono cambiate, è cambiato il governo nazionale e sono cambiati molti governi locali tra cui quello della nostra città che ha sei assessori donne. Dobbiamo dunque confrontarci con nuove persone ma l’Italia continua a non essere un Paese per donne». Sul lavoro le donne continuano ad essere più precarie dei colleghi uomini: il 14,3% delle lavoratrici ha un contratto atipico contro il 9,3% dei colleghi uomini. E nella vita privata? Dall’inizio del 2012 sono state uccise 38 donne: l’assassino nel 99%dei casi è l’ex marito o compagno. Nel 2011 sono state uccise 139 donne. «E’ una situazione difficile. L’arretratezza culturale, soprattutto in Sardegna, colpisce molto le donne a cominciare dal loro inserimento lavorativo - sottolinea la sociologa Lilli Pruna - stiamo ancora combattendo contro disuguaglianze e discriminazioni da fine ‘800, come i licenziamenti in caso di maternità».