Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Mercati allo stremo, box vuoti e banchi deserti

Fonte: La Nuova Sardegna
12 marzo 2012

uelle di Santa Chiara e di Sant’Elia le strutture più colpite da una crisi che sembra irreversibile soprattutto nel settore della frutta e verdura

Mercati allo stremo, box vuoti e banchi deserti
Bandita dal Comune l’assegnazione di ventuno spazi commerciali rimasti senza titolare



Quello dei parcheggi il problema più grave per San Benedetto

CAGLIARI. La crisi colpisce anche i mercati civici. Prima avere un box in questi esercizi commerciali, per molti, era un miraggio, oggi non più. Ed è per questo che il Comune ha fatto un bando per ventuno spazi (ora vuoti) nei civici cittadini.
In particolare otto sono per rivenditori di frutta e verdura (a riprova che i consumi in questo comparto sono fortemente diminuiti), tre per le carni e altrettanti per il settore ittico. Tutti posti riservati agli imprenditori agricoli locali e, «ove non presenti», ai settori «compatibili» con il reparto. Per i restanti si lascia libertà d’offerta «con priorità per i prodotti innovativi o tipici locali o artigianali». Un segnale - pur minimo - di cambiamento in una struttura che da decenni attende una radicale reimpostazione. Da questo bando esce anche una fotografia dei mercati cittadini maggiormente in sofferenza. Al primo posto c’è quello di Santa Chiara, dove vi sono cinque box vuoti su un totale di quindici. Mentre al Ban Benedetto (il più «florido», ma ugualmente in cirsi) il rapporto è di quattro su duecentoventuno. In forti difficoltà anche la rivendita di Sant’Elia (a San Bartolomeo) che vede cinque posti vacanti su trentadue. Gli operatori di quest’ultimo esercizio chiedono che vi sia un maggiore collegamento tramite i bus del Ctm, ma quest’ultimo risponde che quando c’era, veniva sotto utilizzato.
Per Santa Chiara, invece, il discorso si trascina da anni in un saliscendi di proposte. Non è un caso che per quattro dei cinque posteggi da affittare, si parli di attività «innovative» e «legate al turismo». La realtà è che si discute da almeno dieci anni sul modo di rinnovare questi mercati che stanno sempre più subendo la concorrenza degli ipermercati e perdendo la loro funzione calmieratrice dei prezzi. Tra le varie proposte c’è anche la possibile apertura serale (ora operano solo sino all’ora di pranzo), l’aumento delle tipologie dei prodotti vendibili e il coinvolgimento nella gestione degli operatori. Adesso la crisi generalizzata ha riportato tutti i nodi al pettine.

(r.p.)