Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Al Demanio le aree contese

Fonte: L'Unione Sarda
9 marzo 2012

Il Consorzio aveva chiesto 160 milioni di euro di risarcimento danni
 

Il Tar toglie al Cacip i terreni del Porto Canale
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Il Cacip (ex Casic) perde i terreni nella zona dell'area portuale, ma non è un ente fantasma, come era stato detto dalle amministrazioni statali. È quanto stabilito dalla prima sezione del Tar Sardegna, che ha quindi rigettato i ricorsi n° 140 e n° 337 del 2011 proposti dal Consorzio industriale provinciale, condannandolo alla restituzione delle aree in questione nonché a rendere conto dei finanziamenti a suo tempo ricevuti per la realizzazione di tutte le opere.
 

LA VICENDA Al centro della vicenda l'annessione al Demanio marittimo, facendoli rientrare dunque nell'area portuale, di alcuni terreni del Cacip. Alcuni imprenditori, di fatto espropriati dopo la nuova delimitazione delle aree demaniali, avevano deciso insieme allo stesso Consorzio di rivolgersi al Tar. Chiedevano l'annullamento di quel provvedimento, e poi anche un risarcimento alle amministrazioni pubbliche per i danni subiti: 160 milioni di euro.
 

LE POSIZIONI Regione, Provincia, Comuni dell'hinterland avevano espresso posizioni distinte sulla questione: dalla parte del Cacip, che contestava le nuove delimitazioni dei terreni demaniali e il piano regolatore del porto, si erano schierate la Provincia e i comuni di Sestu, Sarroch ed Elmas.
La Regione stava invece dalla parte di Capitaneria di porto, ministero delle Infrastrutture, Provveditorato alle opere pubbliche, Agenzia del demanio e Autorità portuale.
Il Cacip, dunque, contestava i nuovi confini delle aree demaniali del porto, mentre Regione e amministrazione comunale del capoluogo avevano rimandato alle carte che sostenevano il piano regolatore portuale. Capitaneria di porto, Demanio, Autorità portuale e Provveditorato alle opere pubbliche, avevano addirittura messo in discussione l'esistenza del Cacip. Infine i quattro imprenditori che erano rimasti espropriati, invece, si erano schierati col Cacip per cercare di difendere tutti gli investimenti effettuati sui terreni contesi.
 

I PROBLEMI Una guerra giudiziaria che ha più volte suscitato le proteste delle imprese, tanto che Confindustria in passato si era appellata alla massima istituzione regionale perché si attivasse in modo che la vicenda si concludesse senza creare danni alle aziende interessate, che subivano grossi disagi a causa della situazione di stallo che si era venuta a creare. Alle società che avevano comprato i terreni nella zona del Porto canale, infatti, le banche avevano deciso di bloccare i finanziamenti proprio per colpa dell'incertezza sulla proprietà dei terreni.
Nei mesi scorsi si era provato anche ad avviare una trattativa per risolvere la questione, che dopo alcuni segnali positivi tuttavia non aveva portato a nulla di concreto.