Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

POLITICHE SOCIALI Anziani, una risorsa per tutta la città i piani del Comune

Fonte: Sardegna Quotidiano
8 marzo 2012

 

Oggi sono il 23 per cento dei cagliaritani, domani saranno molti di più. Il numero degli anziani è destinato a crescere rapidamente: nel 2030, dicono le stime presentate ieri durante il convegno sulla terza età “Fragilità dell'anziano tra residenzialità e territorio” organizzato dal sindacato pensionati Cgil in collaborazione con la Provincia, gli ultrasettantenni nell’Isola saranno 367mila, nel 2060 il numero di coloro che avranno più di 80 anni passerà dagli attuali 40mila a oltre 167mila. Se affrontato con le logiche utilizzate finora, questo aumento potrebbe costituire un problema, ma il campo dell'assistenza, delle attività e dei servizi dedicati ai “giovani-an - ziani”, cioè a coloro che seppure avanti con gli anni sono attivi e in salute, può anche diventare un'opportunità di sviluppo. È questo l'obiettivo dell'assessorato alle Politiche sociali del Comune, che ad aprile presenterà le politiche concrete che intende perseguire anche in questo campo assieme al Plus, lo strumento di pianificazione integrato con la Provincia. «L'assessorato soffre di carenza di personale», ha spiegato l'assessore Susanna Orrù, «In altri settori c'è sovrannumero di lavoratori: perché non investire nel sociale? La richiesta di servizi è forte, e si potrebbero creare posti di lavoro stabili ”». Bisognerà fare i conti con i vincoli del patto di stabilità che, spiega la Orrù, «per ora lascia solo la possibilità di fare contratti precari», ma la linea del Comune è chiara: «L’idea è quella di puntare di più sull'aiuto alle famiglie e agli anziani per mantenerli nel loro ambiente, piuttosto che sulle strutture di accoglienza». A Cagliari, si legge nello studio del sindacato e della Provincia, le residenze per anziani sono 21 e accolgono 381 persone: le strutture rispondono a bisogni reali di una parte della cittadinanza e forniscono un servizio importante, «ma in alcuni casi», sostiente Angelo Corrias, segretario provinciale Spi-Cgil, «l’ingresso nei centri corrisponde alla perdita della cittadinanza dell'anziano, costretto a rispettare ritmi determinati da altri e a rimanere lontano dall'ambiente urbano». Michele Salis