Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Bilancio nero Servizi a rischio e più tasse

Fonte: Sardegna Quotidiano
7 marzo 2012

 

C’è la crisi, certo, ma i Comuni non possono trasformarsi in esattori per conto del governo, in materia di Imu, e anche se virtuosi essere costretti a tagliare i servizi essenziali. È la convinzione di Massimo Zedda, reduce dall’incontro romano tra l’Anci e il governo dal quale è emersa la posizione di palazzo Chigi: nessun ritocco al patto di stabilità. «Consapevoli della difficoltà economica del Paese e d'accordo sulla necessità di ridurre gli sprechi», ha detto il sindaco, «abbiamo assistito alle recenti manovre finanziarie e ai tagli agli enti locali, ai vincoli sulla possibilità di spesa dati dal Patto di Stabilità, al blocco delle assunzioni. A tutto questo si aggiunge l'Imu. Si chiama “imposta municipale” ma i Comuni sono costretti, stando così le cose, a riscuoterla per conto del governo centrale e versarla per metà allo Stato». Zedda chiede che il governo ascolti gli enti locali: «La crisi drammatica che stiamo vivendo», ha spiegato, «non può abbattersi solo sulle fasce più deboli della popolazione».

MENO 27 MILIONI IN CASSA E nel giorno in cui Zedda è volato a Roma, dal consiglio comunale sono arrivati due annunci. Proprio a causa del taglio dei finanziamenti statali a Comuni e Enti locali, nel 2012 saranno 27 i milioni di euro in meno a disposizione dell’amministrazione cittadina. Il rischio è che, per coprire il buco, sia necessario dare una ritoccata, verso l’alto, a tasse e imposte comunali. Ma per evitare un salasso c’è la partita degli immobili di proprietà di palazzo Bacaredda: è arrivato il momento, ha detto in Consiglio l’assessore al Bilancio Gabor Pinna, di fare un bando di gara per trovare un privato che possa stimare il patrimonio del Comune e dargli un valore. È l’ennesimo tentativo di arrivare a una soluzione cercata più volte negli ultimi anni.

LE POLITICHE DI BILANCIO Aumento delle tasse e intervento esterno per avere tutti i dati sugli immobili comunali: notizie emerse durante la giornata di ieri in municipio, durante il seminario “Risorse e vincoli bilancio 2012”, tenuto da Maurizio Delfino, dottore commercialista specializzato in Enti Locali. «Almeno nel 2012 sarà indispensabile aumentare tutta una serie di aliquote, saranno giunta e consiglio comunale a decidere l’entità dell’aumento, in linea generale cercheremo di colpire il meno possibile la prima casa», ha spiegato Pinna dopo la relazione, «le linee di azione che porteremo avanti privilegeranno comunque una robusta politica di tagli e risparmi alle spese che riguardano il comune », promette, «molte possono essere contenute, penso all’energia elettrica». Allarga le braccia, metaforicamente parlando, l’assessore Pinna, nel comunicare la decisione di dover fare affidamento a un esterno per sapere quanti e quanto valgono gli immobili comunali. «È un problema ereditato, allo stato attuale non c’è un censimento e non possiamo valutare correttamente cosa possediamo e quale sia il valore reale. Con gli uffici comunali competenti, tuttavia », ha precisato Pinna, «negli ultimi 2 mesi abbiamo ripetutamente provato a intraprendere una funzione di ricerca interna. Ma siamo arrivati al convincimento che, per avere un’analisi la più oggettiva possibile, sia giunto il momento di indire un bando di gara per un soggetto terzo che svolga quest’attività, fornendo in tempi rapidi e in modo completo e oggettivo il quadro di una situazione che oggi non c’è».

IL PATRIMONIO SCONOSCIUTO La razionalizzazione e la possibile vendita di immobili comunali potrebbe essere una boccata di ossigeno per le casse di palazzo Bacaredda. «È già passato in giunta un piano di valorizzazioni di immobili, si prevedono azioni per un milione e 820mila euro», ha spiegato ancora l’asses - sore, che ha concluso spiegando che «il sistema di monitoraggio degli immobili che utilizzano altri enti amministrativi, come la Provincia, è insfficiente e lacunoso. L’ausilio di un esterno competente in materia, ripeto, è la miglior strada percorribile». E forse si riuscirà a mettere una pezza alla falla di Babylon, il programma che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi e non ha mai funzionato. Costo: oltre un milione di euro. Paolo Rapeanu