Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sui beni militari non c'è partita

Fonte: L'Unione Sarda
7 marzo 2012

Una sconfitta per la città

Enrico Pilia
Fuori dai cavilli delle leggi italiane, dello Statuto, degli scenari ufficiali, la vicenda dei beni immobili con le stellette è clamorosa. Ci sono palazzi sul mare, terreni grandi come uno stadio nelle zone più nobili della città, edifici vasti quanto un museo nelle mani di pochissimi privilegiati: è il patrimonio della Difesa, con un valore incalcolabile anche a Cagliari, dove ci sono pochi spazi dignitosi per lo sport, per lo spettacolo, per la cultura, o per attività che creino occupazione e reddito. In una città dove il Poetto è un fantasma grigio e anonimo, dove lo stadio è una cartolina degli anni '70, in una Cagliari dove non c'è un luogo dove organizzare un concerto, riuscire a sbloccare edifici e terreni nelle mani delle Forze armate è una battaglia di principio, di giustizia, per i cagliaritani di oggi e di domani.
Nella questione dei beni dismessi dallo Stato è entrato, con convinzione e i mezzi dei quali può disporre un parlamentare, anche Mauro Pili, deputato sardo del Pdl capace, in questi giorni, di portare avanti due vertenze in contemporanea (i siti militari e la continuità territoriale). La risposta che ha ottenuto, a strettissimo giro di posta dalla commissione Difesa della Camera (della quale fa parte un altro deputato sardo, Salvatore Cicu del Pdl, già sottosegretario nello stesso ministero) toglie ogni dubbio su quale sia il rapporto di forza fra lo Stato centrale e le Regioni: il trasferimento delle aree è bloccato fino al 2013. Ma non solo: per il G8 mai svoltosi a La Maddalena sarà la Regione a doversi fare carico delle spese sostenute per allestire lo scenario sull'isola maddalenina, poi scippata dal precedente Governo nazionale. Può bastare? Il governatore Ugo Cappellacci e Pili gridano la loro indignazione. Ma a Roma nessuno sta ascoltando.