Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Progetti di vita mortificati

Fonte: L'Unione Sarda
6 marzo 2012

Le «intromissioni abusive»
 

Don Marco Lai*
Il fenomeno delle cosiddette “intromissioni abusive” nelle case è piuttosto datato nella nostra città. Riguarda i quartieri periferici, ma in qualche caso interessa anche il centro storico. Il problema è legato agli alloggi popolari o a quelli di enti pubblici, per esempio come la Marina o l'Aeronautica. La causa fondamentale è che non ci sono case, c'è una forte carenza rispetto alla necessità. Da anni manca ogni tipo di investimento per le abitazioni, sia sul fronte statale che su quello regionale, comunale o della cooperazione. Chi lavora o ha un supporto familiare può trovare una soluzione, quasi sempre fuori dalla città, altrimenti si arriva in fretta al meccanismo dell'occupazione. Può avvenire in due modi: con l'intromissione violenta, tramite lo sfondamento della porta, davanti a case sfitte o vuote. Oppure con il passaggio di consegne tra chi se ne va e vende, per pochi, medi o tanti denari, il proprio diritto ad abitarci.
Così si sconfina nell'illegalità, nell'arte di arrangiarsi che va al di là delle regole. Ma purtroppo bisogna rendersi conto che le situazioni estreme - con la disoccupazione e i redditi bassi - sono ormai superiori a quelle ordinarie. I progetti di vita di tante famiglie vengono sempre più spesso mortificati. È urgente che le istituzioni e la politica programmino il lavoro e lo sviluppo, consentendo il recupero del centro storico e delle periferie. Si sente parlare delle potenzialità della piana di San Lorenzo: perché non costruire là? E in centro ci sono tante palazzine pubbliche che potrebbero essere sottratte al degrado con l'arrivo di giovani coppie con bambini. Si rivitalizzerebbe il tessuto sociale. Il diritto alla casa, come quello al lavoro, sono alla base della nostra Costituzione, sono alla base di ogni progetto di vita.
(* direttore della Caritas)