Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Procura Inchiesta sullo zoo di Mazzella

Fonte: Sardegna Quotidiano
2 marzo 2012

 info EMILIO FLORIS A fine mandato l’ex sindaco firmò un’ordinanza urgente per consetire la detenzione di animali, come pavoni e asini sardi, in giardini privati di enormi dimensioni. Come quello di Mazzella.

info L’INCHIESTA Il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Daniele Caria

 

IL FASCICOLO Sotto la lente l’ordinanza firmata da Floris: l’ex sindaco diede il via libera agli animali del banchiere 

 

Il mini zoo di casa Mazzella finisce in procura ma sotto la lente degli inquirenti c’è l’ordinanza che aveva permesso al presidente della Banca di Credito Sardo di custodire in giardino cavalli, asinelli, oche, pavoni, cigni e pellicani. Un provvedimento firmato dall’allora sondaco Emilio Floris, e datato 16 maggio 2011 quando in città si votava per scegliere il suo successore. Il fascicolo, assegnato al pm Daniele Caria, è stato aperto dopo l’arrivo a palazzo della documentazione trasmessa dal Tar. Il tribunale amministrativo, che per primo si è occupato della vicenda, prima di annullare l’ordinanza aveva sottolineato “la manifesta illegittimità dell’atto. ” Con ordine per capire meglio: il 2 febbraio dello scorso anno Maria Ludovica Felter, una vicina di casa di Giorgio Mazzella, segnala al servizio di igiene e sanità pubblica della Asl la presenza di cavalli, asinelli sardi, mufloni, oche, pavoni, cigni, pellicani, galli, galline e aironi nel giardino della villa di viale Trento. Circa due settimane dopo i funzionari dell’Asl fanno un sopralluogo e registrano la presenza di un gran numero di animali nel giardino casa Mazzella. Per cui trasmettono una comunicazione al Comune nella quale annotavano: “Quantunque il giardino in cui sono sistemati gli animali si trovi in buone condizioni di igiene e pulizia la presenza degli stessi è da considerarsi non accettabile nel centro cittadino. Si prega di voler adottare le misure volte all’eliminazione degli inconvenienti riscontrat ”. Per tutta risposta, invece, il 16 maggio, l’amministrazione adotta l’ordinanza 36 che stabilisce: “È consentita la detenzione di animali nel rispetto delle vigenti normative igienico sanitarie all’interno del centro abitato nelle strutture dell’Ippodromo, del Campo Rossi, dei parchi e giardini pubblici e privati la cui superficie risulti uguale o superiore a 7.000 mq”. Un provvedimento che è stato impugnato davanti al Tar dalla vicina. Per i giudici amministrativi, che lo ha annullato, l’ordinanza non poteva essere emessa per quel fine né poteva essere strutturata così come è stata firmata perché “per giustificare il ricorso allo strumento dell’ordinanza, va precisato che il collegamento con esigenze di protezione dell’igiene e della salute pubblica costituisce presupposto necessario ma non certo sufficiente, qualora non sussistano gli ulteriori particolari requisiti di urgenza”. Ha inoltre “realizzato il risultato di consentire la detenzione di animali nei parchi e giardini pubblici e privati la cui superficie risulti uguale o superiore a 7.000 mq con un’azione connotata da un manifesto sviamento di potere, mediante l’esercizio di una potestà pubblica formalmente diversa, in palese carenza dei presupposti che la giustificassero; ha adottato il provvedimento in carenza assoluta di adeguata istruttoria e ha omesso qualunque forma di motivazione dell’atto ”.

Maddalena Brunetti