Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Carta, l'addio della città

Fonte: L'Unione Sarda
1 marzo 2012

Grande folla nella chiesa del Carmine per salutare il consigliere

Anche il leader dell'Udc Casini ai funerali

La bara ondeggia sulle spalle di consiglieri comunali e amici d'infanzia, mentre in mezzo alla folla che invade viale Trieste tocca a Pier Ferdinando Casini ricordare chi era Paolo Carta: «Un ragazzo per bene, appassionato alla politica, a dimostrazione che esistono ancora gli esempi positivi di persone che servono la propria città, senza servirsene».
IL FUNERALE Quindici minuti dopo mezzogiorno dalle navate della Nostra Signora del Carmine esce il feretro dell'ex assessore trentottenne, davanti a una marea di teste che aspetta poco fuori dalla chiesa, ancora piena. Sono gli ultimi momenti del funerale del giovane esponente dell'Udc: un condensato di dolore e lacrime, dove una buona fetta di città si è stretta attorno alla famiglia del consigliere morto lunedì sera. In prima fila, oltre al leader nazionale Casini, tutto lo Stato maggiore scudo crociato: Giorgio Oppi, Sergio Milia, Nello Cappai siedono di fianco al sindaco Massimo Zedda, fasciato col tricolore. Nella panca a destra il padre Ariuccio, la madre Paola, la sorella Raffaella e gli altri familiari più stretti.
LE PAROLE DI CONFORTO Nell'omelia il parroco, che ha celebrato la messa insieme a don Marco Lai, prova a dare conforto a una chiesa intera: «Questa dipartita ci ha colto impreparati, se siete qui è anche perché avete bisogno di essere consolati. Siamo di fronte alla morte di una persona che ha avuto la sua incidenza nella vita pubblica. Era un punto di riferimento. La sua moralità è stata un esempio per tutti noi».
LA GIORNATA Il resto è un insieme di singhiozzi e centinaia di occhiali scuri, molti dei quali hanno accompagnato fin dalla mattina l'ultimo saluto a Carta, cominciato con l'apertura della camera ardente in Municipio e proseguita con la seduta straordinaria del Consiglio, dove tutta l'Aula ha ricordato il proprio collega. Gli ultimi interventi sono stati quelli dell'ex primo cittadino Emilio Floris («non entravo da otto mesi in quest'aula, avrei preferito associare questa emozione a un evento positivo») e del sindaco Massimo Zedda, che ha ricordato un ragazzo «che conoscevo fin dagli anni del liceo», e che ha avuto «una storia politica lunga ma, purtroppo, una vita breve».
LA CARRIERA Quando entrò per la prima volta in Consiglio a Palazzo Bacaredda, Carta aveva ventisette anni: «Paolo era però una figura d'altri tempi», ha detto Zedda, «aveva un aspetto e un portamento che ricordava personaggi del secolo scorso, quelli della migliore tradizione politica di questo Paese. Era pacato, ma non malato di moderatismo: non aveva paura di esprimere un'opinione. Il suo occhio era rivolto al futuro e non al passato. Avrebbe avuto sicuramente una carriera politica lunga, e avrebbe reso onore alla sua città». Invece alla fine è stata la città, una città intera, a rendergli omaggio.
Michele Ruffi

 

I colleghi di maggioranza e opposizione lo commemorano in Municipio
«Io e Paolo, uniti da una suoneria»

A volte la suoneria di un telefonino racconta più di tante altre cose: «Una mattina, in Commissione, ho sentito un cellulare che suonava: era una canzone di De Andrè, la mia preferita. Beh, rimpiango di non averlo potuto conoscere meglio», racconta il capogruppo di Sel Sergio Mascia. Nella seduta straordinaria di Consiglio, convocata proprio per commemorare Paolo Carta, c'è anche l'ex sindaco Emilio Floris, seduto nei banchi della giunta. È stato il presidente Ninni Depau a invitarlo, per ricordare «uno di noi, uno dei migliori. L'altro giorno abbiamo sentito l'urgenza di chiudere le ostilità in Aula e raccoglierci attorno a Paolo. Ci siamo trovati tutti in ospedale. Ecco: questa è bella politica. Sentirsi comunità e non solo per circostanza», ha aggiunto. Giuseppe Farris conosceva «fin da ragazzi» Carta, quando entrambi erano giovani militanti della Democrazia cristiana: «Siamo portatori di un patrimonio comune. Gli ultimi allevati in quella vecchia scuola. Lo ricorderò per i rigore, la sobrietà e il buonsenso». Per Anselmo Piras, il consigliere dell'Udc «rimarrà sempre presente nei nostri cuori come Ghigo Solinas», mentre per Mondo Perra «la città perde un figlio, un amico e per noi un collega, riservato, silenzioso, mai invadente». Ferdinando Secchi non potrà dimenticare «la sua gentilezza, il giorno del mio insediamento fu lui ad accogliermi anche se eravamo di opposte parti politiche, ci legava un'amicizia che abbiamo coltivato in tanti anni». Gennaro Fuoco è rimasto colpito «dai suoi valori umani, era un esempio di come un politico dovrebbe essere, l'auspicio è quello di creare qualcosa che possa ricordare Paolo». Alessio Mereu ha ricordato: «Ho avuto la fortuna di conoscerlo anni fa, nonostante la sua giovane età era in grado di darmi consigli tutti i giorni. Era bello dentro e fuori», ha detto prima di scoppiare in lacrime. Commosso anche il compagno di banco in Consiglio Gianni Chessa: «Sono confuso. Mi dispiace commemorare un ragazzo di 38 anni. Ma ringrazio di averlo conosciuto, Paolo lascerà un segno sulla città. Avrebbe fatto una grande carriera e avrebbe trasformato Cagliari. Ringrazio la famiglia: mi ha fatto conoscere una persona onesta e leale». Antonello Floris: «Paolo ha combattuto tante battaglie per le cose in cui credeva».
Tanti interventi anche nella maggioranza: «Mi ricordo quando gli chiesi di firmare un documento per il Consiglio, lui accettò con entusiasmo, come faceva sempre, anche se era di una parte politica lontana dalla mia». Giovanni Dore ha ricordato: «Abbiamo avuto parecchi confronti. Ma con lui, nel momento in cui finiva la discussione, finiva tutto». ( m.r. )