Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Lo Scarfalietto” riscalda il pubblico

Fonte: L'Unione Sarda
29 febbraio 2012

Successo per la commedia di Scarpetta con Geppy Gleijeses, Lello Arena e la Bargilli


Che gran parte del teatro italiano non ami più rischiare, preferendo rifugiarsi nei soliti titoli e nei soliti autori, pur grandi e immortali, è noto. Nella giungla del già visto, però, può sempre capitare di imbattersi in qualcosa di non ancora rappresentato sui palcoscenici sardi, come nel caso de “Lo scarfalietto”, proposto per la stagione Cedac al Massimo di Cagliari, dove nei giorni scorsi ha fatto il pieno di pubblico e applausi con una coproduzione proposta dal Teatro Stabile di Catania e dal Teatro Quirino-Vittorio Gassman.
Presentata da una compagnia di buona stoffa che schiera due maestri della scena del calibro di Geppy Gleijeses e Lello Arena, e la giovane Marianella Bargilli, presenza sempre più abituale nei teatri italiani, la commedia di Eduardo Scarpetta dà vita a una girandola di divertimento e situazioni esilaranti, mossa dai continui litigi tra Amalia Maruzzella e don Felice Sciosciammocca, coppia di sposi sul piede di guerra a causa di uno scaldino artigianale (una bottiglia d'acqua calda sistemata sotto le coperte), rottosi nel letto durante la notte. L'incidente causa un maremoto tra i due, che decidono di separarsi e fanno a gara per procurarsi il maggior numero di testimoni a proprio favore.
In cima alla lista c'è l'attempato e maritato Gaetano Papocchia, il cui mai domato spirito libertino lo porta a spasimare per la bella soubrette Emma Carcioff, alla ricerca di un alloggio in affitto, che don Felice promette a un prezzo allettante in cambio di parole in suo appoggio. Tra musiche che arrivano dalla strada sospinte da grancasse, tamburelli e piattini, compagnie teatrali scalcagnate, presidenti di tribunali che sognano un erede maschio, dopo l'arrivo di ben sette femmine, promesse, equivoci, schermaglie verbali, accuse che rimbalzano da una parte all'altra, dispetti di ogni tipo (le mutande sistemate al posto del tovagliolo), testimoni dall'alito pesante, rivendicazioni sulla proprietà della casa, si giunge al momento delle arringhe.
Irresistibile e surreale è quella dell'avvocato Anselmo Raganelli che difende Amalia: “Quello che ha detto la Paparella, ci prova tutta la sua coppola…la sua colpa; e 'a Parrocchia 'e San Gaetano…e il Papocchia signor Gaetano; uomo impotente…uomo imponente e incapace di mentire; poco fa ci ha detto che quarant'ova p 'a frittata c'o caso…che quando andò a fittarsi la casa; vide che il signor Sciosciammocca se cuccava 'a state cu 'a provola mmocca…si contrastava con la propria moglie”. Alla fine, il colpo di scena: la confessione del maggiordomo, autore del sabotaggio della bottiglia. Rimpiangeva il tempo in cui il padrone era scapolo, divertente e amico. Una persona che il matrimonio aveva cambiato.
E mentre le luci iniziano ad abbassarsi, gli applausi irrompono in tutto il loro fragore, premiando la prova di Gleijeses, Arena e Bargilli, impegnati da due anni a portare in giro uno dei testi più divertenti del repertorio napoletano, e quella degli altri attori: Valentina Capone, Gina Perna, Antonio Ferrante, Gianni Cannavacciuolo, Luciano D'Amico, Gino De Luca, Antonietta D'Angelo, Vincenzo Leto.
Carlo Argiolas