Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Fu il primo a difendere Tuvixeddu dall’assalto delle ruspe

Fonte: La Nuova Sardegna
21 febbraio 2012



Dalla necropoli all’anfiteatro romano, sempre schierato contro i poteri forti cagliaritani




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Casteddu nel cuore, si potrebbe dire, ma senza essere di Casteddu. Lui, Giovanni Lilliu, si considerava «un biddunculu diventato cagliaritano». A Barumini, dove ha avuto i natali, Lilliu ha lasciato la grande eredità della città nuragica da lui individuata e scavata. Mentre il capoluogo dell’isola è poi diventato il suo centro d’elezione: luogo degli affetti, degli studi, della politica e dell’impegno. E in difesa dei monumenti cittadini Lilliu si è battuto sin dall’inizio. Sull’anfiteatro romano, uno dei pochi esistenti in Europa interamente scavati nella roccia, Lilliu recentemente ricordava di essere «stato tra i primi che avevano protestato per quel legno che impedisce di fruire il monumento in modo integrale». Tra pochi mesi il rivestimento ligneo, che da oltre dieci anni ricopre l’anfiteatro, sarà smantellato: il Comune di Cagliari ha stanziato la prima parte dei fondi necessari per il ripristino. Una battaglia vinta che il padre degli archeologi sardi aveva portato avanti assieme a numerosi altri ambientalisti e studiosi.
«Nella difesa dei monumenti e siti archeologici cittadini c’è ancora molto da fare - ha affermato spesso Lilliu - anche se qualche cosa è mutato in meglio». Non tanto, però, ha precisato in una intervista pubblicata da La Nuova il 23 agosto del 2009, perché «si cominciano a vedere i turisti in città, ma perché sono cambiati i suoi abitanti. Molti buddinculus come me sono venuti ad abitare in città. Nel dopoguerra c’è stata molta immigrazione dal resto della Sardegna verso il capoluogo dell’isola. E questo ha mutato il modo di vivere e reso la città più aperta». Un fatto importante che ha creato un salutare meticciato e così Cagliari è diventata anche «più sensibile ai temi dell’ambiente. Molto più di prima, quando era un centro chiuso e legato a una economia palazzinara».
Per Lilliu, però, una ferita restava ancora aperta: Tuvixeddu. Una vicenda in cui, negli ultimi anni, le carte bollate hanno fatto da padrone, sino all’ultima sentenza del Consiglio di Stato a favore della difesa di tutto il colle (tramite l’adeguamento del Puc al Ppr) e non solo della parte interessata agli scavi. L’ultima sua testimonianza a favore di Tuvixeddu, l’archeologo l’aveva data nel dicembre dello scorso anno. Aveva firmato la proposta di legge popolare di Legambiente per la realizzazione del parco cittadino di Tuvixeddu-Tuvumannu, con un’estensione di 50 ettari (mentre oggi l’area protetta, archeologica e naturalistica, è di ventitrè ettari). Ma sin dai primi anni Novanta del secolo scorso l’archeologo si era pronunciato contro la lottizzazione del colle: il primo progetto ipotizzava un intervento di quasi seicentomila metri cubi, poi diventati duecentosettantamila nell’accordo di programma del Duemila. Inoltre, almeno in termini temporali, furono le parole di Lilliu contenute in un’intervista pubblicata da La Nuova l’11 novembre del 2007, a dare il là - o almeno ad anticipare - la decisione della Regione (allora guidata da Soru) di intervenire per bloccare tutte le costruzioni ai lati del colle, anche in via Is Maglias. Due giorni prima la Regione aveva fermato l’edificazione di una palazzina in via Sant’Avendrace (che confina con l’altro lato del colle di Tuvixeddu) in cui i lavori di rimozione del vecchio edificio avevano evidenziato alcuni reperti archeologici. Lilliu sottolineò che «bisognava intervenire prima. Per chi ha investito si dovrà vedere come rimborsarli. Ma l’area completa di Tuvixeddu è la nostra storia, per questo penso che del problema debba essere investito lo Stato centrale: il vincolo deve essere totale per tutto il colle». Il giorno dopo ventisette consiglieri regionali ripresero le parole di Lilliu per stimolare la giunta a intervenire sulla scia delle valutazioni storico-culturali proposte dal noto archeologo. E poche ore dopo vi fu - su disposizione della Regione - il blocco delle opere edili appena avviate in via Is Maglias.