Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La commozione davanti ai lavoratori:«Crisi più grave di quanto pensassi»

Fonte: L'Unione Sarda
21 febbraio 2012

 

Confronto toccante in Prefettura con i delegati delle aziende in crisi
 

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La voce si rompe, la mano scivola sugli occhiali. È un'emozione composta ma segna il volto del presidente. «Il quadro complessivo nell'Isola è anche peggio di quanto pensassi». Il confronto con i rappresentanti delle aziende devastate dalla crisi segna un passaggio drammatico della giornata cagliaritana di Napolitano. «L'incontro è andato bene», dirà poi all'uscita dalla sala rossa di Palazzo regio. Lo sguardo severo di un corazziere ragazzino accompagna le parole del capo dello Stato: «Ho ricevuto una rappresentazione precisa e attenta» dai lavoratori e dai delegati sindacali. «Siamo davanti a un logoramento acuto della crisi del sistema produttivo e occupazionale sardo». E questa situazione «non è nata da mesi, ma si è via via estesa e accentuata negli anni».
 

GOVERNI LONTANI Non manca la stoccata agli ultimi governi, che hanno guardato con troppa leggerezza al declino dell'Isola: «Bisogna ripartire, sia mantenendo gli impegni che non sono stati osservati anche da chi li ha assunti a livello nazionale, sia aprendo nuove strade di sviluppo». L'inquilino del Quirinale apre poi all'ottimismo: «Auguro che questa attività di carattere istruttorio e il tavolo di confronto avviato il 7 febbraio dal governo produca nel tempo previsto, quattro settimane, i risultati che possano incoraggiare i lavoratori e le categorie produttive». Sarebbe la strada che può «dare sollievo e prospettive all'Isola». Una mano arriverà dal tavolo tecnico sulla vertenza Sardegna, appena istituito col decreto del presidente del Consiglio Monti.
 

I SINDACATI Il confronto diretto con la massima carica dello Stato regala un po' di respiro ai sindacati. «Il presidente ci ha parlato della necessità di una maggiore attenzione da parte del governo», fa notare Mario Medde, segretario della Cisl. «E si è soffermato sulla specificità della Sardegna che dev'essere riconosciuta perché l'Isola ritrovi le energie per tirarsi fuori da questa crisi devastante». Il collega della Cgil Enzo Costa si sofferma sui «danni» subìti dalle scelte romane: «Abbiamo fatto notare al presidente che noi chiediamo pari opportunità» e invece «finora ci sono stati portati via i fondi Fas, destinati alle aree sottoutilizzate , non ci viene riconosciuta l'insularità, paghiamo la vertenza entrate». Il segretario della Cgil ricorda i numeri impietosi della crisi: «Negli ultimi tre anni si sono persi 50mila posti di lavoro. Ne sono arrivati 27mila nuovi, ma di questi ben l'85 per cento è costituito da contratti precari». Francesca Ticca, segretario della Uil, apprezza «l'unità d'intenti» emersa dal confronto del presidente con le categorie produttive e le forze sindacali: «La vertenza Sardegna riguarda tutto e tutti e il dialogo con Napolitano è andato giustamente in questa direzione».
 

LE ASSOCIAZIONI Dal fronte delle imprese è il presidente di Confartigianato Luca Murgianu a portare il messaggio sulle difficoltà che stanno mettendo in ginocchio l'economia sarda: «Il presidente si è meravigliato che nell'Isola non ci sia ancora lo stato di crisi e ci ha assicurato che si farà portavoce delle nostre rivendicazioni con il capo del governo Monti».
Giulio Zasso