Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Tar No allo zoo in casa Mazzella atti illegittimi, carte in Procura

Fonte: Sardegna Quotidiano
13 febbraio 2012

 

LA BATTAGLIA Una vicina di casa dell’editore-banchiere vince il ricorso contro l’ordinanza dell’ex sindaco Floris che permetteva la detenzione di asini e pellicani: la vicenda sul tavolo dei pm

Un giardino impreziosito da pavoni, pellicani, cavalli e asinelli sardi quello di Giorgio Mazzella, editore di Sardegna Uno e presidente della Banca di credito sardo. Una sorta di mini zoo privato benedetto dall’ex sindaco Emilio Floris ma bocciato dal Tar che oltre ad annullare l’ordinanza del maggio 2011 ha spedito gli tutti gli atti in Procura perché - scrivono i giudici- «la singolarità della fattispecie, l’omesso intervento a seguito della segnalazione dell’Asl e la manifesta illegittimità dell’atto inducono il Collegio a ritenere sussistenti i presupposti per la trasmissione della presente sentenza alla Procura della Repubblica » .

IL RICORSO DELLA VICINA La vicenda ha inizio un anno fa quando - il 2 febbraio 2011 - una vicina di Mazzella, Maria Ludovica Felter (rappresentata dall’avvocato Debora Urru), segnala al servizio igiene e sanità della Asl che nel giardino del suo confinante ci sono molti animali che disturbano. Qualche giorno dopo, il 16 febbraio, dei funzionari si presentano ai cancelli di Villa Trois di Mazzella, in viale Trento, e registrano la presenza di un cavallo, due asinelli sardi, tre oche, un pellicano, due cigni e sette pavoni. Per cui, poco dopo, la Asl comunica che «quantunque il giardino in cui sono sistemati gli animali si trovi in buone condizioni di igiene e pulizia, la presenza degli stessi è da considerarsi non accettabile nel centro cittadino. Per quanto sopra si prega di voler adottare le misure volte all’eliminazione degli inconvenienti riscontrati dando comunicazione a questo servizio delle azioni intraprese». Per tutta risposta l’amministrazione comunale, qualche mese dopo - il 16 maggio, in pieno periodo eletorale - adotta un’ordi - nanza sindacale, la numero 36, per stabilire che «è consentita la detenzione di animali nel rispetto delle vigenti normative igienico sanitarie all’interno del centro abitato nelle strutture dell’Ippodromo, del Campo Rossi e dei parchi e giardini pubblici e privati la cui superficie risulti uguale o superiore a 7.000 metri quadri». Tre giorni dopo, un funzionario della Municipale va a casa del presidente del Banco di credito sardo e, vista l’ordinanza, registra la regolarità degli animali in giardino.

LE MOTIVAZIONI DEI GUIDICI Ma il provvedimento dell’allora sindaco Emilio Floris è stato impugnato davanti ai giudici amministrativi che lo hanno annullato perché poteva essere emesso solo in caso di “di emergenze sanitarie o di igiene pubblica“, doveva avere requisiti d’urgenza e essere motivato. Scrivono ancora i giudici: «Nel caso sottoposto all’at - tenzione del Collegio il sindaco ha utilizzato un potere “straordinario” senze che esistessero i presupposti. Inoltre ha consenito che venissero tenuti animali in parchi e giardini con oltre 7000 metri quadri (e a cagliari pochi ce l’hanno) «con un’a z i one connotata da un manifesto sviamento di potere, mediante l’esercizio di una potestà pubblica formalmente diversa, in palese carenza dei presupposti che la giustificassero». E ancora: ha adottato il provvedimento in carenza assoluta di adeguata istruttoria, omettendo ha omesso qualunque forma di motivazione dell’atto » . Maddalena Brunetti

LA DECISIONE PERIODO DI ELEZIONI E L’URGENZA SANITARIA CHE NON C’È

L’ordinanza di Emilio Floris è stata emanata il 16 maggio, quando il suo mandato elettorale poteva dirsi di fatto agli sgoccioli. In città impazzava la campagna elettorale per la sfida tra Massimo Fantola e Massimo Zedda. Ma il quasi ex sindaco, tra gli ultimi atti della sua amministrazione, aveva deciso che esistessero i caratteri di urgenza per avallare la presenza di animali di ogni razza nel giardino di Villa Trois. Un’ordinanza generica che adesso però è finita in Procura.