Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Anfiteatro, adesso si smonta: un’operazione delicatissima sotto gli occhi della Procura

Fonte: La Nuova Sardegna
13 febbraio 2012

C’è un’inchiesta per danneggiamento e il rischio maggiore è che l’estrazione dei plinti alla base dell’arena sia letale



Forse un consulente del pubblico ministero vigilerà sui lavori

CAGLIARI. Sarà un percorso a rischio quello che l’amministrazione comunale si prepara a compiere con l’intervento di smontaggio delle tribune, all’anfiteatro romano. La Procura della Repubblica, che indaga per danneggiamento, affiancherà probabilmente un consulente ai tecnici della Sovrintendenza per sorvegliare ogni fase di un’operazione che si annuncia delicatissima. Il rischio riguarda le basi del monumento, trafitte da plinti di cemento che ne minacciano l’integrità.
L’anno scorso, a undici anni dalla disgraziata decisione di installare le gradinate assunta dall’amministrazione Delogu, sono stati gli ispettori dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro a denunciare lo stato di gravissimo degrado in cui si trova l’anfiteatro. Ed è stata proprio la relazione tecnica consegnata al sovrintendente archeologico Marco Minoja a riportare l’attenzione del pm Daniele Caria sull’arena romana che oggi - con una proposta semplicemente fuori dal mondo - i consiglieri del centrodestra vorrebbero affidare a privati dopo averla massacrata con scelte letali, ereditate senza colpe dall’amministrazione Zedda.
La prima fase annunciata dall’assessore ai lavori pubblici Luisa Anna Marras sarà la pulizia «morbida» del sito. Poi, con una spesa preventivata di 320 mila euro, si dovranno smontare le gradinate. Ma l’impegno più delicato sarà l’estrazione delle impalcature fisse che reggono oggi le tribune: secondo gli ispettori hanno già provocato danni forse irreversibili. Profonde spaccature con infiltrazioni che avrebbero indebolito la base di roccia naturale che sta alla base dell’arena. La Procura indaga su un’ipotesi di reato «in atto», perchè la relazione degli ispettori - a suo tempo acquisita formalmente - descrive uno stato di degrado in progress e per questo raccomanda un intervento di ripristino urgente. Ma il punto è proprio questo: i danni maggiori potrebbero verificarsi nell’estrazione dei plinti, danni che sembrerebbero inevitabili. Ecco perchè la Procura sembra orientata a vigilare direttamente sui lavori, partendo da una certezza: se c’è una responsabilità da riferirsi a questa situazione è chiaro che va suddivisa tra l’amministrazione comunale che ha finanziato con sei miliardi di lire l’installazione delle tribune e le successive, che di anno in anno si sono guardate bene dal toglierla. L’anfiteatro è diventato un affare per alcuni dei personaggi che oggi ne invocano l’affidamento a privati e per i privati, quelli chiamati a rispondere in tribunale di una gestione concessa negli anni senza alcuna selezione pubblica e sulla base di negoziati privatissimi. C’è un processo in partenza e un’inchiesta giudiziaria in chiusura, imputati e indagati anche dirigenti comunali. Ma soprattutto resta un monumento di inestimabile valore da salvare. Ed è quello che l’amministrazione Zedda si appresta a fare, sperando di essere ancora in tempo.