Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Spettacoli pubblici e monopolio: Caldart si rivolge alla Procura e accusa Comune e Autorità portuale

Fonte: La Nuova Sardegna
13 febbraio 2012

 
In due esposti il racconto di presunte esclusioni immotivate




CAGLIARI. Stanco di vedere esclusi i propri progetti di spettacolo senza neppure una spiegazione, l’organizzatore Andrea Caldart si è rivolto alla Procura della Repubblica: due esposti, di cui uno insieme al collega Filippo Serra, perchè venga stabilito se nel comportamento dell’amministrazione comunale e dell’Autorità portuale possano essere ravvisati estremi di reato.
Non è la prima volta che Caldart sceglie la via giudiziaria per sbloccare quello che lui considera un monopolio inespugnabile: «Lavorano sempre gli stessi - accusa l’imprenditore - poco importa se hanno condanne nel proprio passato e processi in corso». Processi - il riferimento è per i rappresentanti legali e artristici di Sardegna Concerti-Sardinia Jazz - in qualche caso aperti proprio partendo dalle sue denunce. Negli esposti Caldart racconta le ultime vicende: il disinteresse incassato sul progetto del «teatro del mare», una struttura amovibile da montare nell’area di fronte all’Ottagono che avrebbe garantito uno spazio pubblico per musica e intrattenimento «senza alcun costo per il Comune». Poi il «no» alla realizzazione dello stesso progetto all’interno dell’area portuale, al molo Ichnusa. Infine l’esclusione («senza neppure una nota di spiegazione») dal programma di spettacolo per il Capodanno, malgrado le società che fanno capo a Caldart e a Serra si siano proposte formalmente seguendo a puntino le procedure: «Noi restiamo sempre fuori - avverte Caldart - mentre altri hanno rapporti privilegiati con il Comune e usano liberamente attrezzature tecniche di proprietà pubblica per spettacoli musicali privati. Credo che questa situazione debba essere sanata, perchè è inaccettabile e potrebbe essere illegale. Un’amministrazione pubblica deve garantire opportunità pari a tutti gli operatori e i progetti devono essere valutati in base a criteri oggettivi, che spesso non vengono neppure stabiliti»

.(m.l)