Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ripascimento, la posizione di Balletto

Fonte: L'Unione Sarda
7 febbraio 2012

IL PROCESSO.

Nella requisitoria il pg si è rimesso alla valutazione della Corte
 

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Per Sandro Balletto la posizione è diversa: nella requisitoria davanti alla sezione d'appello della Corte dei conti, il procuratore generale lo ha sottolineato più volte. L'ex presidente della Provincia avrebbe dovuto chiedere ai funzionari di sospendere i lavori. Siccome non lo ha fatto ecco che, anche a lui, viene chiesto il risarcimento del danno all'Erario causato col ripascimento del Poetto, dieci anni fa. Con una differenza rispetto agli altri incolpati: per Balletto, e anche per il geologo Antonello Gellon, il pg si è rimesso alla valutazione della Corte circa il nesso di causalità tra la loro condotta e il danno.
L'avvocato Rodolfo Meloni, che confida nella piena assoluzione di Balletto, già scagionato nel penale, sottolinea le parole del pg. La sentenza dei giudici di Roma è attesa nelle prossime settimane: il dispositivo non sarà letto in aula ma sarà depositata la sentenza, con le motivazioni, in cancelleria. Di lì la previsione di tempi lunghi.
Il procuratore generale ha sollecitato la conferma della sentenza di primo grado che aveva condannato i 15 sotto accusa al pagamento di quasi cinque milioni di euro.
Gli incolpati sono in tutto 15: oltre Balletto e Gellon aspettano il verdetto l'ex assessore provinciale ai Lavori pubblici Renzo Zirone, i responsabili del procedimento Sandro Cabras e Lorenzo Mulas, gli ingegneri Andrea Gardu e Salvatore Pistis, il supervisore scientifico Andrea Atzeni, il direttore operativo Paolo Orrù, il geomorfologo Giovanni Serra, Gian Paolo Ritossa e Mario Concas della commissione di collaudo, i consulenti Paolo Colantoni e Leopoldo Franco. In primo grado erano stati tutti condannati a risarcire, in solido, quattro milioni e 800 mila euro.
Secondo i giudici della Corte dei conti di Cagliari i politici sapevano che i lavori al Poetto erano irregolari, che la draga aveva preso la sabbia da un fondale diverso da quello indicato dal ministero dell'Ambiente, che sarebbe stato un disastro ambientale. Sapevano. Eppure non avevano convocato i funzionari perché interrompessero i lavori. Quindi, avevano inutilmente speso i soldi pubblici». E ancora: Balletto e Zirone «avevano consapevolezza del fatto che i lavori erano stati eseguiti in modo difforme dal contratto e che si sarebbero risolti nella deturpazione della spiaggia ma non hanno esercitato i loro poteri per evitare tale esito».
La condanna in primo grado includeva il danno all'immagine di Cagliari: «La spiaggia rivestiva un'enorme importanza non solo per i profili economici ma anche per la sua bellezza incomparabile».