Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Città violenta, oggi il vertice

Fonte: L'Unione Sarda
3 febbraio 2012

Il sindaco Zedda incontra il prefetto e responsabili delle forze dell'ordine

Sul tavolo anche l'emergenza nelle case popolari

È in programma oggi alle 10 il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza convocato dal prefetto Giovanni Balsamo dopo gli ultimi episodi di delinquenza: lo stupro di via XX Settembre, il pestaggio di un'automobilista a Stampace da parte di parcheggiatori abusivi, la sparatoria di Pirri, l'incendio doloso e gli spari di fucile contro “Linea Notturna” e una nuova ondata di occupazioni abusive di case popolari. Fatti accaduti in città nell'arco di un paio di giorni. Data la delicatezza dell'argomento, per oggi in piazza Palazzo Massimo Zedda non ha delegato nessuno dei suoi assessori a rappresentarlo, perché si presenterà di persona.
LO SCENARIO Per quanto riguarda sparatorie, incendi dolosi, stupri, furti e rapine il Comune - si sa - in realtà può fare poco. Saranno le forze di polizia e la magistratura a svolgere le indagini e assicurare alla giustizia gli autori dei gravi reati che hanno avuto la città come teatro. Diversa la questione per quanto riguarda i venditori ambulanti e le occupazioni. Nel primo caso i controlli sono svolti dalla Polizia municipale, dunque dal Comune. Nel secondo, buona parte del patrimonio immobiliare di edilizia popolare è nelle mani dell'assessorato comunale al Bilancio e patrimoni, guidato da Gabor Pinna (l'altro ente che possiede case popolari in città è l'agenzia regionale Area), e anche gli aiuti ai bisognosi che abitano gli alloggi dipendono dall'assessorato comunale alle Politiche sociali, affidato a Susanna Orrù.
L'ULTIMO EPISODIO Ed è proprio sul rischio ordine pubblico legato alla tensione sociale intorno alle case popolari che il Comune ha maggiore competenza. L'ultimo episodio risale a sabato scorso, quando una ragazza madre di 21 anni ha occupato una casa-parcheggio di via Piero Della Francesca, a Mulinu Becciu. Appena la titolare, una donna di 46 anni, si è allontanata per fare la spesa, l'appartamento è stato occupato. La donna al suo rientro ha chiamato le forze dell'ordine che però non hanno sgomberato gli occupanti perché dai palazzi vicini incombeva una possibile rivolta in caso d'intervento degli agenti.
LA STRATEGIA Il Comune, in quanto proprietario dell'edificio, ora deve scegliere se far intervenire la forza pubblica per sgomberare gli occupanti o tenere conto dei risvolti sociali del problema e dunque rimandare tutto a un secondo momento. Zedda, prima di prendere una decisione definitiva, ha preferito aspettare la riunione di oggi con il prefetto e i responsabili delle forze dell'ordine.
LA QUESTIONE ALLOGGI Ma quello di sabato scorso è solo l'ultimo episodio in ordine di tempo. Nemmeno un mese fa erano stati gli inquilini delle “case-albergo” di via Tiepolo a protestare. Tra l'estate e l'autunno il malcontento esplose a San Michele, dove gli abitanti di via La Somme scesero in piazza e bloccarono il traffico per lo stato di degrado degli alloggi comunali.
Mario Gottardi

 

La storia
Le occupano la casa:
sesta notte
in macchina
Ha ancora i pantaloni neri che indossava quando sabato è andata a fare la spesa. «Ho dormito sei notti in auto e sono ancora in mezzo alla strada», specifica Maria Cristina Lecis, la donna di 46 anni a cui, mentre era a fare la spesa, è stato occupato l'appartamento popolare in via Piero Della Francesca, a Mulinu Becciu.
Dopo aver sentito le affermazioni di chi le ha “rubato” la casa, apparse martedì sull' Unione Sarda , è afflitta Cristina Lecis: «Mi additano come un'ubriacona». Ma non ha perso la sua combattività. «Dicono che non vivevo lì. Nell'ultima settimana ero a letto ammalata, per questo hanno pensato che non ci fossi». Ribatte alle accuse lanciatele da J.C., l'occupante, di avere appartamenti e attività. «Chi ha affermato quelle cose dovrebbe dire dove sarebbero le case, dove le edicole che possiedo. Se stessi così bene economicamente non vivrei in un alloggio popolare».
Dopo aver presentato denuncia per violazione di domicilio e occupazione abusiva attende che il Comune ordini lo sgombero. «Non mi sto curando, le medicine sono rimaste a casa. Ho potuto comprare solo due paia di slip e un paio di scarpe. Le mie le ho rotte cercando di rientrare in casa mia». (m. g.)