Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Casa, in aumento le occupazioni

Fonte: La Nuova Sardegna
31 gennaio 2012

Circa duecento abusivi negli alloggi di edilizia pubblica del Comune



In una settimana ci sono stati dieci nuovi insediamenti abitativi non autorizzati: da Santa Teresa a Pirri sino a San Bartolomeo

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Non hanno fatto in tempo a liberarsi dai precedenti inquilini che già sono stati occupati: si tratta di tre alloggi di edilizia pubblica, a Sant’Elia. Tre giorni fa in via Piero della Francesca occupata un’altra abitazione. Una settimana fa a Santa Teresa, a Pirri, tre famiglie hanno preso possesso abusivamente di uno scantinato e di due alloggi.
E ancora: recentemente anche tre case del demanio di via San Bartolomeo (beni dismessi) hanno subito la stessa sorte: uccupate da famiglie in cerca di un tetto dove poter vivere. Da almeno trent’anni Cagliari è considerata una città ad alta sofferenza abitativa, dove le case a prezzi accessibili scarseggiano, sia per l’acquisto che per l’affitto. Con in più il fatto che la crisi che stiamo vivendo prosciuga le disponibilità delle famiglie. «E ora le occupazioni abusive, al posto di diminuire sono in crescita - spiega Marisa Depau, consigliere comunale della Sel, impegnata da anni nelle battaglie per la casa - almeno duecento sono quelle che interessano gli alloggi di edilizia pubblica. Ma va considerato anche un altro fatto che i finanziamenti per i contributi casa per l’affitto sono stati tagliati: non è stato ancora quantificato di quanto ma almeno del cinquanta per cento. Mentre la graduatoria parla di settecento famiglie che ne fanno richiesta. Nel 2010 l’aiuto era stato dato a circa 350 richiedenti. E questo significa che aumenteranno gli sfratti».
Le cartelle di Equitalia, intanto, continuano ad arrivare anche a chi non paga l’affitto per un alloggio popolare, come deciso a suo tempo dal Comune. «Il problema è che per la crisi le persone e le famiglie morose - continua Depau - sono in aumento e così capita che chi non paga riceve lo sfratto. Infatti si sono aggiunte recentemente un’altra cinquantina di famiglie considerate, quindi, come occupanti abusivi. Poi vi sono le centinaia di affittuari di edilizia pubblica, morosi da anni, ma a cui l’ingiunzione di sfratto è stata sospesa».
Inoltre per la scuola di via Flumentepido, continua la consigliera, dove un progetto prevede la riqualificazione dell’immobile in 32 appartamentini, «è ancora tutto fermo presso gli uffici dei Lavori pubblici: sembra che manchi il progetto». Mentre nello stabile di via Donizetti, dove ci sono attualmente i locali della circoscrizione, è previsto un intervento a favore dei giovani: nuove case con il patto di futura vendita con un costo agevolato. Ma è ancora fermo». Intanto vi sono situazioni di alloggio temporaneo diventate normalità, come le «case albergo» di Mulinu Becciu «dove trenta famiglie vivono, anche da dieci anni, in ventotto metri quadrati per nucleo. E in via Tiepolo nella casa albergo vi sono 36 famiglie che aspettano da tempo. Oppure c’è il centro di solidarietà intitolato a Papa Giovanni dove alcune famiglie vi vivono da anni, gli uomini da una parte e le donne dall’altra». Per ovviare a tutto questo, propone Depau, «bisogna innanzi tutto cantierare i progetti dove si hanno già i finanziamenti (come via Flumentepido e via Donizetti). Poi avviare i piani di “housing sociale” per affittare a prezzi concordati: c’è una delibera della passata consiliatura che prevede interventi in tal senso in via Corsica e nell’area dell’ex mercato ortofrutta». E ancora: «Presso vico Tuveri c’è un lascito fatto con destinazione specifica per sfrattati. Bene: si trovino i soldi o si faccia un patto con un privato per costruire un certo numero di alloggi. Insomma: bisogna muoversi in fretta e anche con fantasia, e senza paura di coinvolgere i privati».