Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Dobbiamo riprenderci i Comuni»

Fonte: L'Unione Sarda
23 settembre 2008


L'appello di Floris: smettiamo di essere spettatori in casa nostra

Un gruppo di sindaci sardi ha risposto all'appello di Floris, continua la mobilitazione referendaria.
Venti sindaci, alcuni precisano «di centro», altri vicino o dentro il Pdl. Non era uno squadrone, ma quelli che c'erano - da Nord a Sud, coste comprese - hanno le idee chiare: «Ci hanno lasciato fuori dalla gestione del territorio». Con una lunga e articolata email, Emilio Floris aveva invitato a Cagliari tutti i primi cittadini che non hanno digerito la legge urbanistica e quindi il Ppr, quelle “Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale” approvate dal Consiglio alla fine del 2004. Hanno risposto in venti, decine la partecipazioni “virtuali”.
«DI NUOVO PROTAGONISTI» Il padrone di casa, accolto all'ingresso del palazzo civico da una protesta dei precari della sanità, ha sottolineato il punto fermo della mobilitazione referendaria: «Vogliamo tornare ad essere protagonisti attivi del nostro futuro - ha spiegato Emilio Floris - e non semplici spettatori di decisioni che calano dall'alto». Da una Regione, ha detto il sindaco di Cagliari, «che proprio sabato scorso ha festeggiato in solitudine i 60 anni dello Statuto». Ha ribadito che «i Comuni sono lasciati fuori dalla gestione del territorio, per questo so di poter contare sulla vostra collaborazione e sulla vostra esperienza». Un invito con due obiettivi: la mobilitazione paese per paese perché la gente vada a votare e un sostegno politico in una sfida dove anche Floris ha voluto giocare in prima persona. Vicini all'ex capogruppo di Forza Italia alla Regione, il coordinatore di An Mariano Delogu, il senatore di Forza Italia Fedele Sanciu, il deputato azzurro Piero Testoni (responsabile dei rapporti con l'informazione), il coordinatore FI Ugo Cappellacci, quello dei Riformatori Michele Cossa, il consigliere regionale Udc Nello Cappai, nella doppia veste di vice sindaco di Guamaggiore. Non è mancato Gianfranco Tunis, sindaco di Marcao e segretario regionale della Dc. È l'opposizione che affila le armi politiche, convinta però che sarà un'impresa epocale convincere un terzo abbondante dei sardi a votare “Sì” domenica 5 ottobre.
I SINDACI Caustico Franco Cuccureddu (Castelsardo): «Qualsiasi Consiglio regionale senza Soru cambierebbe immediatamente questa norma sulle coste», ribadendo che «ai sindaci spetta la pianificazione del territorio». Cuccureddu ha voluto sfatare l'equazione centrodestra-cementificatori: «Abbiamo tagliato oltre il 50 per cento degli insediamenti nel nostro Comune, rilevando in seguito che gli studi della Regione sul nostro piano non erano conformi al territorio».
Angela Nonnis (Oristano) ha confermato la sua adesione alla campagna referendaria, battagliero il sindaco di Gairo Roberto Marceddu: «Questo comitato deve lavorare a una rivoluzione che ribalti il lavoro di Soru. ha fatto di tutto fuorché il governatore, ci ha umiliato». Se Piergiorgio Lixia (Siliqua) ha voluto ricordare anche gli altri due referendum su Abbanoa e le tariffe dell'acqua, Paolo Mereu (sindaco di Assemini) ha posto l'accento su un altro punto a svantaggio degli amministratori locali: «La parola sviluppo non esiste più, è stata cancellata da qualsiasi sigla: il clima è durissimo, su di noi pesano le responsabilità e alla Regione vanno i meriti». Sono intervenuti anche i sindaci di Ussana, Portuscuso, Sant'Anna Arresi, Burcei, Serdiana, Mandas (Umberto Oppus è intervenuto in serata all'incontro con Pili nel suo Comune), Sadali, Genoni, Fluminimaggiore, Lotzorai e Villaperuccio. Il referendum si avvicina. ( e. p. )

23/09/2008